martedì 20 novembre 2012

draghi di città


mamimonsta
interno antimeridiano infrasettimanale, msH da tempo si è arresa al compromesso di somministrare un paio di diseducativi e violenti cartoni al risveglio a zeM in cambio di una relativa tranquillità e ricontattare con civile garbo il resto del mondo dopo aver preso a schiaffi la sveglia.
con un occhio chiuso, la parrucca storta e tre telecomandi in mano, invece, msH si trova a discutere col lettore reticente che non ne vuol sapere di sputare un dvd, inibendo il decoder e censurando la tv.
feroce astinenza da caffeina e senso di inadeguatezza tecnologica femminile.
coinquilino quattrenne osserva e dirige i lavori avvinghiato al mio polpaccio flanellato a quadretti.

zM: mamy, devi switch on here.
mH: mmh...
zM: mamy ho detto che devi swichare here, ehyes. guarda, è wred.
mH: eh?
zM: here!
mH: sugar, this flaming thing is not working. that's why it's red. i've pressed it a dozen of times, it's just dead..
stacco i cavi, respiro profondamente e ricomincio.
mH: honey what about watching "how to train your dragon" again instead? (piano B)
zM: ma mamy c'è i powadangers!
mH: naa, really? i thought power rangers was on on an evening! (piano B, fallito)
il dannato polo tecnologico di casa si risveglia d'un tratto, il decoder si decodifica, lo schermo della tv si sintonizza, il lettore vomita il mio dvd preferito.
ignote ad oggi le cause.
sometimes fa così.
Dragon Trainer viene riposto nella sua teca e impilato tra i suoi pari.
zeM si sorbe rapito cinque deficienti in calzamaglia e scimitarre assaliti da ributtanti cose di gommapiuma trashissime.
msH si fa un caffè.

                                                      
darlingmonsta
later, on the road.
zM : mamy, ma le dragons, come fanno a uscire il fuoco dai dragons?
mH : well darling, dragons don't exist, it's only pretendy stuff..
zM : nooo. ma mamy io l'ho visto! il fuoco esce dalla bocca dei dragons, e anche dal naso, come you quando you smoke le cigarettes!
mH :  mmh. - (uau, eccoci pronti già alle 8 e mezza a un focosa e palesemente sbagliata difesa dei genitori single fumatori) - well.. maybe... dragons eat lots of chilly peppers, and that makes their breath catch fire? (rumore di unghie di msH sugli specchi)
rumore di gente che urla per strada.
un ragazzino smilzo e nasuto sta strattonando una ragazzina bionda per la giacca.
ci fermiamo ad osservare.

alcuni passanti (uomini) abbassano lo sguardo, scuotono la testa, alzano le spalle, trottano via.
grida, lui, è arrabbiato, lei non fiata, le prende un braccio, la spintona, la sbatte contro un'auto, poi contro un muro.
mi domando quanto sia colpevole la fanciulla, per scatenare tutta sta manesca ferocia.
una signora interviene, intima al ragazzo di smettere.
si guadagna una rispostaccia, a dieci cm dal viso.
riprendiamo a camminare in silenzio, non ho voglia anche di questo stamattina.
però non ho neanche voglia di avere un figlio che un giorno si comporti così.
non ho voglia che mio figlio pensi che approvo un comportamento del genere.
ma non ho manco voglia di litigare già di lunedì mattina con un ragazzino cornuto e maleducato.
giriamo l'angolo, verso l'asilo la strada si biforca e la nostra sale, mentre le urla ci accompagnano da sotto.
perdo la pazienza.
mi sporgo, protetta dalla convinzione pittosto plausibile che l'urlatore non sappia volare e che il cancello del nostro garage è a soli 20 metri da noi, prendo fiato, mi viene fuori: hey! lasciala in pace! guarda che le cose si risolvono anche senza usare le mani! lo sa tua mamma che ti comporti così?
il ragazzo fa un salto, mette a fuoco, ci risponde a modo suo di lasciare in pace sua madre e di badare ai miei affari, a quelli di mio figlio, e financo quelli di mio marito.
scoppio a ridergli in faccia, perdendo ogni credibilità, mi ritiro dal parapetto.
un marito???  l'eventualità mi ha spiazzato.
la risata disorienta l'aggressore turpiloquiante, che borbotta qualcosa all'indirizzo di un quartiere di impiccioni, la ragazza si divincola e poi i due finalmente entrano nel portone di un liceo, lasciando che il rumore del traffico torni al suo posto.
zeM tace e mi osserva.
forse cerca ancora un paio di fiammette arancioni dalle mie narici, trova solo due lapilli blu che gli sorridono in ritorno, mentre mi liscio le squame...






giovedì 2 agosto 2012

quotidianezze

zeM è stato un pò dappertutto in affettuose trasferte.
coi nonni al mare prima.
poi, fino a due giorni fa, in montagna col papà.
il frigorifero sente la mancanza delle sue sette merendine in attesa di definitivo consumo.
il telecomando è confuso e felice, tutto un mondo di canali truculenti e lacrimosi si affaccia dallo schermo della sua TV.
la lavatrice schiaccia tiepidi sonnellini tra un ciclo delicato per la biancheria di msH e uno a 90 gradi per quella di casa.
fra una valigina e l'altra capita che noi si riprenda a discorrere di gormiti e di altra gente.
zM : Mamy, ma qui ci sono uomini marroni?
msH deve resettare il suo software comunicativo: what do you mean sweetheart?
zM  : ehyes Mamy, e ci sono anche i bambini marroni!
folgorata dal fatto che nel villaggio paterno la multietnicità si ferma a qualche ragazza dell'Est, msH ritrova il filo del discorso.
msH : well, man, there's brown people, yellow ones, white ones and pink ones. is it a problem? they all have hands, and legs, and heads. And as long as they have hearts it's fine, no? hearts have all the same colour. why are you asking?
zM : quei signori sono marroni pelchè some time, last week, erano andati in Africa, eh.
msH : possibly so, yes.
ms H si dimentica ogni tanto che zeM è in fondo un maschietto.
E i maschi sono spesso meno complicati di quello che pensiamo.

giovedì 14 giugno 2012

ai diddit maiuei

esterno domestico pomeridiano, msH si dedica al giardinaggio, unendo utili sedute di stretching a dilettevoli forum coi passanti, che dimentichi del proprio geranio secco impiccato al balcone, generosamente dispensano suggerimenti acrobatici per il fissaggio e contenimento della vite sconfinante del vicino.
tra una perla di saggezza gratuita e l'altra msH ingaggia una strenua difesa del suo francobollo erboso da parietaria, parassiti (con più di due gambe) e da zeM.
l'ultima interruzione ha comportato l'abbandono del tosaerba disteso su un lato, e prudente distacco della spina.
il macchinario - importato dalla gran bretagna in tempi quando i nonni ancora sprizzavano la verve di andarci in auto - dotato di lame rotanti di materiale plastico non si attiva se non si premono contemporaneamente tre pulsanti posti ad una distanza tale da impedirne il funzionamento accidentale. quindi - fatto salvo per i figli di un contorsionista circense -  relativamente sicuro in presenza di bambini.
occorre tuttavia non trascurare l'evenienza di vecchiette cardiopatiche che dovessero transitare di fronte al cancello e notare infante e macchina a meno di 2 metri di distanza reciproca.
i quotidiani sono pieni di notizie di sanguinose aggressioni di tosaerba mannari ai danni di bambini intenti a spruzzare i fiori con la pistola ad acqua di ben ten.
e le ambulanze su per la creuza non ci vengono.
finite le pazienti rassicurazioni del caso, i racconti di esperienze infantili di inizio secolo e i consigli per la vite, msH si volta.
orrore.
il piccolo giardiniere sta vuotando il contenuto dell innaffiatoio sul motore del tosa erba, ecco, infatti.
msH : SUGARRRR(GH!!)? what are you doing? stop it! you'll ruin the lawn mower!
zM con l'espressione stupefatta di chi pensava di fare una cosa gradita e necessaria e non ha nessuna intenzione di smettere : mamy! ma io puliscio le lawmoè! tutto sporco here, la grass ha stickato sotto, ehyes, è questo il problema!!!
msH si domanda se la sua ossessione per la disincrostazione compulsiva non sia ereditaria, e chi faccia assistenza / riparazione dei Flymo nei paraggi.
msH : darling the water will damage the engine. thank you for trying to help sweetheart, but that was a stupid thing to do!
zeM si accartoccia la faccia offeso, autoabbraccia l'orgoglio ferito coi braccini conserti e labbro inferiore proteso e si porta a sedere in un angolo del giardino, una fogliolina attaccata al polpaccio.
msH solleva il tosaerba e lo appoggia a sgocciolare, raccoglie l'innaffiatoio e lo riporta al suo posto, e intanto spia il suo piccolo devastatore.
quanta bellezza ci dimentichiamo di notare esista nel coraggio di sbagliare?
a che età arriva il momento quando il numero di sbagli fatti col cuore inizia ad inibirci dal seguirlo ancora, e ci scopriamo prigionieri della paura di fare un errore al punto da non fidarci più di quello che sentiamo?
msH : hey man, it's ok, we'll get the mower fixed if it's broken. thanks for trying to help, you're a clever lad. next time tell me you want to help, will you? now shall we pick up all these dry leaves toghether?
zeM : NO - io wanna see telivision.

martedì 22 maggio 2012

amichi

esterno asilo zM, orario dell'uscita pomeridiana.
dal portone giù per la creusa fino alla piazzetta del mercato sotto il sole delle quattro esonda e gorgoglia un torrente di bimbi pigolanti inseguiti da altrettanti "vai piano" in variazione di accento e modulazione corrispondente alle seccature che le madri han fronteggiato fino a quel momento.
msH : how did it go today? did you have a good day at school?
zM ha piantato i canini in una pera di marmo, la merenda comunale secondo me andrebbe scelta con più coerenza con le effettive potenzialità mandibolari degli utenti.
il mio coinquilino pazientemente rosicchia silenzioso la sua preda, uno scoiattolo pensieroso.
tento ancora.
msH : you ok man? you're very quiet.
in risposta mi porge la pera.
zM : mamy? possiamo buy biscuits?
il forno nella piazza è una miniera d'oro, merito delle politiche comunali di tagli alle spese per il servizio ristorazione, e dell'imboscata di profumo di prelibate croccantezze che ti violenta le narici appena ci arrivi abbastanza vicino.
msH : of course darling, are you thirsty? i've got some water. there. have you finished with your pear here? can i have it?
msH addenta il frutto, simultaneamente le sorride l'immagine del suo dentista, coi suoi punti neri sul naso e il solco concentrato tra le sopracciglia setolose. mentalmente impreca, il dentista se ne va, e pure la pera, che torna nel sacchetto e finisce in borsa a data da definire.
zeM : mamy oggi Matam mi ha detto che don't vuole essere più mio amico.
ecco.
msH : ahssì? well, what did you do to Nathan for him to say that he doesn't want to be friends with you any more?
zeM : niente! ehyes! we giocavimo and lui ha detto me che io ero gormito del fuoco, ma io don't want essere gormito del fuoco, io ero gormito del vento! e allora lui detto me che don't è mio amico. eh.
msH si domanda quanto di quello che noi percepiamo relazionandoci ai nostri simili sia frutto di considerazioni soggettive e quanto sia in realtà la situazione oggettiva.
e poi, quanto possa essere più fico essere un gormito del vento.
msH : sugar, if you want to be a gormito del vento, just go ahead and be so. if Nathan doesn't agree, it's his problem, not yours. if he says he doesn't want to be your friend because of this, it's fine, you don't need such kind of friends. besides, friendship is not something you give or take away, it is something you work on. you build it day by day. and a real friend will never ask you to be different from what you feel you are. hu?
zeM mi guarda, poi guarda il forno.
ok - forse i biscotti sono più digeribili.
msH molla il colpo, saccheggiamo la vetrina.

qualche sera più tardi, msH ascolta le confidenze di un'amica.
mamma single, funambola del fine mese, tosta.
piange.
deve fare da testimone al matrimonio di un'amica.
tra regalo, addio al nubilato e vestito: una strage.
in realtà un vestito lo aveva, ma la promessa sposa le ha detto di comprarne un'altro, perchè vuole che le sue migliori amiche, le due testimoni, indossino lo stesso vestito.

ig(i)enismi in erba

il cancello di accesso al fazzoletto d'erba domestica (ma non troppo addomesticata), poco più grande di un'aiuola, dove msH e zM si divertono a fare gli zappatori stagionali, si affaccia dirimpetto ad un altro giardino, ben più grande e navigato, pertinenza del condominio adiacente, a disposizione dei bimbi indigeni, a cura dei genitori dei piccoli fruitori.
in questi pomeriggi allungati dall ora primaverile sulle panche si chiacchera tra mamme di ricette di veleni, rimedi per moccico, scenari da abbandono post chiusure estive delle strutture comunali, intercalate da qualche amorevole urlo all'indirizzo dei piccoli scannatori arrampicati sull'albicocco o sull'unico triciclo che fa ancora la musica.
all'ora di cena i bambini panati di terra si salutano più o meno contusi e straziati come se non ci fosse un domani, tornano alle proprie private stanze da bagno e mostri sotto il letto.
littleD si autoinvita spesso da noi, con l'aria speranzosa e le guance rigate dalla polvere e la t-shirt dei Kiss segnata dalle manate nere dei compagni di razzolo.
spesso msH acconsente, due mostri sono incredibilmente meno pressanti di uno solo da gestire.
e poi la confidenza acquisita non conosce tabù, la ragazza è un panzer.
lD: posso venire a mangiare da voi?
msH: se la tua mamma è daccordo, volentieri. glielo hai chiesto?
lD : sììì 
(mendacia senza rimorso alcuno)
lD : posso fare il bagno anche?
msH non sempre si sente fisicamente disposta a gestire la pressione di apocalittici scenari proiettati dentro la propria teca cranica, di bimbi altrui scivolanti sulle piastrelle del suo bagno.
msH : tesoro, oggi zeM non è proprio in forma, è un pò malato, non penso proprio che gli farò il bagno...
lD : beh... però allora posso fare il bagno solo io!

non fa una piega, 0-1, bagnoschiuma al centro..

lunedì 14 maggio 2012

abiti ambiziosi

qulache giorno fa, per il compleanno della grandmà, msH, zM, e lo zio principe Lupiz sono stati invitati ad un aperitivo di famiglia, in sciccoso locale del centro, una rivoluzionaria modernizzazione delle abitudini dei nonni.
più invecchiano e più ci diventano attivi quei due, con buona pace delle frustrate ambizioni di posteggiarli sulle panchette dei giardini a vegliare sul nipote, come tanti ottuagenari stremati e verbalmente vessati da prepotenti nanetti, ambizioni sbriciolate appunto da impegni mondani infrasettimanali e trasferte gastronomiche o culturali nei week end senza risparmio alcuno.
saccheggiato il buffet e prosciugato con scambio di cannucce e virus i cinque calici di ogni colore e forma, la piccola squadra famigliare si è salutata tra baci e pacchetti e mazzi di fiori e subdolamente interessata inquisizione di msH sui prossimi programmi della festeggiata.
zeM confabulava col nonno, in un linguaggio tutto loro di versacci e pernacchie, scambiandosi i santini elettorali raccolti dal parabrezza dell'auto manco fossero figurine di ben ten.
tornando verso casa, zeM sventola fiero un volantino con ritratto di distinto candidato con sorriso di sospetta composta magnanimità, "per una sanità a misura di cittadino".
zeM : guarda mami, zio!
msH zooma l'immagine, si domanda se i grafici avessero davvero ben chiaro l'intento della loro missione, e quanto sforzo di dissimulazione sarebbe occorso allo zio se fosse presente.
msH : do you really think this man looks like zio?
zeM : ehyes mamy, look!
msH medita se non sia il caso di abolire completamente la gradazione alcoolica di tutte le bevande che ingerisce quando in compagnia del suo piccolo coinquilino, anche quando deve andare a piedi, e intanto che cerca una risposta sensata depenna lo spriz dalla lista delle prossime possibilità.
zeM la salva dal silenzio: zio era like lui, oggi! ehyes mamy look: zio era vestito da sindaco!!

faremo presente al parente cosa rischia.

lunedì 23 aprile 2012

cromosomi & cromie

zeM è innamorato.
littleD è una dozzina di chili scarsi d'argento vivo e orecchie a sventola che faranno 4 anni a giugno.
un temperamento scintillino d'acciao e uno sguardo di velluto che non trova (quasi) resistenze nel mio piccolo tiranno e che in fondo affascina anche me, rabbonita dalle sue buone maniere, divertita dalle sue civettuole strategie.
la pervicacia con cui mi oppongo alle differenze di genere che l'asilo instilla nelle loro giovani menti si stempera osservandoli giocare.
maschi e femmine non sono proprio uguali.
resto tenacemente salda nell'intenzione di allevare un piccolo italiano che rispetti queste differenze, senza servirsene per prevaricare o discriminare, a dispetto delle pubblicità degli yogurt mio dove il maschietto salva la bimba imprigionata sotto il tavolo e questa gli reca in pegno grato un vasetto latticino, che mi domando chi abbia avuto la medioevale pochezza creativa di produrre  - e poi pure di trasmetterla tra i cartoni, generandomi spasmi gastrici da orrore di principi salvatori e principesse sistemate.
nella vita reale lo slancio di autoaffermazione ancora non addomesticato trova genuini percorsi nei dialoghi sgrammaticati di due bimbi che cercano il compromesso creativo in un gioco che diverta entrambi.
e spesso pure ci riescono, a trovare un equilibrio, in un modo tutto loro.
una volta sono gatti, una volta sono leoni, una volta sono mamma e papà.
un paio di giorni fa littleD si è candidamente auto invitata a fare il bagno e poi cena da noi (lei a casa ha la doccia).
msH si è fatta venire un bicipite da culturista per riempire la vasca di schiuma, sudando e imprecando tra sè per non aver avuto la prontezza di scansare la piccola pozza di sabbie mobili in agguato tra i suoi tabù.
i due calamari invece han sguazzato sereni, nel loro brodo di gormiti, rane e meduse.
nessuna malizia, nessuna domanda imbarazzante.
mezz'ora dopo, msH stava giocolierando sollevata tra i fornelli quando dalla stanza accanto la invoca l'eco del finimondo in pigiama.
oggetto della contesa degenerata in zuffa di strilli e lacrimoni un piccolo unicorno.
più specificamente il suo colore.
zeM lo definiva grigio, littleD lo vedeva blu.
msH adora un suo amico architetto, daltonico.
che oltre ad averle insegnato a fare buon viso alle putrelle inibenti nascoste nei suoi muri, costringendola a trovare alternative più pratiche al prendere detti muri a craniate, le ha rivelato quanto poco dobbiamo ostinarci a credere che i nostri simili necessariamente vedano lo stesso nostro punto cromatico.
"bimbi non succede nulla se tu lo vedi blu e tu lo vedi grigio, per me è grigioblu : l'importante è che vi piaccia giocarci insieme!!!"
breve silenzio cogitabondo e risentito che si scioglie in sorrisi e saltelli da unicorni bipedi in calzette antisdruciolo e trombette di cartone sulla fronte.
"èppprontalapppastaaaa!"
al pomodoro per littleD e al pesto per zM.
fortuna che le fragole piacciono a tutti.
e sono decisamente rosse.
o no..?

giovedì 12 aprile 2012

economia domestica

esterno pomeridiano urbano - msH e zM fervidamente disquisiscono dell'eventuale uovo di cioccolato da procacciarsi tra 12 mesi, per non arrivare impreparati alle deludenti sorprese.
zM si accorge di non aver seguito il percorso abituale, ignaro delle macchinazioni materne, propone una correttiva diversione al carrefour all'angolo, dove gli avanzi dolciari della strage economica pasquale ammiccano in vetrina come procaci signorine in svendita.
zM : mami! we no andati shopping!
msH : oops! ehyes sugar, we went the other way. never mind, we can go shopping tomorrow.
zM : ma mami pelchè we don't andati to the supamarket? eh?
msH : well darling, because mammy forgot! you know, i must be getting old, i happen to forget things lately..
zM : ehyes... you old... you deve mettere più cream!!
msH ha un momento di confusione.
avere a che fare quotidianamente con un individuo che manifesta attraverso una lingua tutta sua sillogismi non conformati è una palestra formidabile ai fini di accettare che il fatto che il mondo non è sempre solo come lo vediamo noi. msH ha scoperto negli ultimi quattro anni di convivenza forzata quanto i suoi sistemi di discernimento avessero bisogno di un rivitalizzante collaudo.
alle sei di sera però può capitare che preferiresti arrenderti alla lobotomizzazione con un telecomando in mano.
e invece no. ti tocca decifrare un sudoku verbale, e pure parare lo scacco avversario, in tempo utile per attraversare col verde
msH : what?
zM annuisce sapiente : ehyes! for the winkles!! (winkle: piccola lumaca di mare - wRinkle : ruga)

così msH incassa, e poi sconta la sua bieca manovra diversiva pomeridiana lasciandosi spalmare l'equivalente di 15 euro di antirughe parigino sul mento e sul naso all'ora del dentifricio da un solerte imbianchino pigiamato.

mi costava meno l'uovo di pasqua di spaidama.

mercoledì 4 aprile 2012

buongiorno again

antimeridiano domestico - mezz'etto di magnesio, quattro barrette kinder trafugate e un moment in più rispetto alle 24hr precedenti.
msH sta spostando la M di aprile un paio di righe più in alto sul calendario, elucubrando calcoli infinitesimali e logaritmi ormonali sulla pagina di maggio - e intanto con la matita sposta la leva del bollitore, tacitando deliberatamente il fastidioso sibilo dell'idrico orgasmo.
zeM si materializza pigiamato con la faccia degli armistizi, reduce da un'altra notte da maratoneta del corridoio.
msH : hello there, man - slept well?
zeM conosce bene la trappola del sarcasmo materno.
glissa.
zeM : mami, quando viene Easter?
msH : Easter is on sunday, boy, not tomorrow, not the day after, the next one - are you going to have some breakfast?
zeM : ehyes. in a cup.
si arrampica al tavolo, grattandosi un pò la crapa.
msH scalda il latte scandagliando mentalmente la casa e la memoria inorridita, identificando tre possibili siti di stoccaggio dello shampoo antipidocchi da tenere a portata di mano.
zeM : dopo Easter viene mio papà.
msH : easier after, than before.
zeM : e poi mi porta alla montagna.
msH : maybe - would you like a biscuit?
zeM : ehyes.
msH si sente prudere la testa, ovunque.
zeM : mami? perchè io don't live con papà?
msH : because you live with me, here, by the seaside.
zeM : e perchè papà don't live con noi?
msH : your dad doesn't live with us because he's a ski instructor, no way he could find a job here. he tried, when you were a baby, but in the end it didn't make him happy, and neither were i, so he went back to his mountains, and you and i stayed here by the sea.
zeM : dopo Easter mio papà viene a prendermi e porta me alla montagna.
msH : i think you should ask him as well.
zeM : ma io voglio go live alla montagna. con mio papà.
msH : ah sì? that's nice - i want to live with Johnny Depp.
zeM : chi è giommitep?
msH : he's a famous pirate - you can go on and live with your dad, freeze your backside blue and strike scientific conversations with 50 woollybacks who know everything about you but won't tell you anything about themselves, if you want. i'd rather sail to the caribbean with a handsome pirate.
ask your dad next time you see him, i'll be happy to help you pack your bags, man - your milk is getting cold, sweetie.
zeM  : ok.
msH ha deciso che nella sua prossima vita studierà chimica e scoverà il rimedio alla sindrome premestruale, lo commercializzerà a un prezzo equo e coi ricavi milionari aprirà asili per le mamme single aperti 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, con personale formato a disposizione domiciliare per i bimbi che si ammalano il giorno che hai una riunione importante, una scadenza  inderogabile, l'influenza, un compleanno dell'amica che ormai senti solo al telefono, un bisogno di un'ora per te.

martedì 3 aprile 2012

buongiorno

antimeridiano domestico ancora in penombra - gioia di vivere di un crotalo a gennaio.
zeM  : mami?
msH : hello baby, good morning.
zeM : mami, perchè io don't live with papà?
un metro e 5 cm di disordine aspettano una risposta con una mano sul fianco.
msH punta lo sguardo al calendario.
meno due giorni alla grande M di aprile.
raddoppia la dose di magnesio, versa entrambe le buste in mezzo bicchiere d'acqua, rimesta lentamente contenuto e pensieri.
msH : because you live here, with me.
zeM : ma io voglio stare con papà.
evviva.
forse ha finalmente imparato l'italiano il giovanotto.
msH : darling, you can't go and live with your dad at the moment. maybe when you're a bit older you can ask him, and if he says yes you can go and live in the mountains.
zeM : why no adesso?
msH : because your father would not manage to look after you now, he is too busy, he has to work hard.
msH in apnea ingoia il magnesio, e altre tre o quattro cose che le andrebbe di sputare.
zeM : ma perchè papà deve work hard?
msH : honey, we all work hard, when you'll grow up you'll understand. here's your milk. wanna watch some cartoons?
zeM : ok.
msH aveva sperato di cavarsela ancora qualche anno, evidentemente il ripristino della disciplina post-vacanzifera ha accelerato il processo.
dovrà aspettare qualche giorno prima di prendere a pugni quattro uova di cioccolato.
dovrebbe smettere di raccontarsi che le basta dare il suo amore di genitore, dovrebbe iniziare a darne a se stessa il doppio, proprio perchè è una.

lunedì 2 aprile 2012

piccoli licaoni crescono

notte appassionata.
con un cucciolo di licaone ululante in corridoio.
la soluzione logistica delle ultime due settimane notturne adottate dal papà, pieno di lividi e di amore per la condivisione del proprio materasso, ha fruttato a msH un giro sull'ottovolante temporale fino alle due antimeridiane.
zeM è regredito allo stadio più profondo di dipendenza da contatto, che era stato debellato più o meno 30 mesi fa.
msH conosce bene la trappola della resa.
la evita.
ha limato recentemente con cura la serratura della porta della propria camera, finchè si è chiusa perfettamente, e poi si è arredata il tunnel con acquarelli di quello che le occorreva per sopravvivere all'assedio.
esiste un momento quando ti rendi conto che la tua sopravvivenza è necessaria per garantire la cura del cucciolo, o finite entrambi come gnu.
e se per grantire la tua sopravvivenza devi fare scelte impopolari, occore che tu venga a patti con il tuo desiderio di compiacere la creatura che adori, consapevole che le conseguenze di un cedimento saranno ben più dure sul lungo periodo, con occhiaie, torcicollo, urla belluine, feroci rinegoziazioni sindacali e scarsa stima di sè.
tracciare e far rispettare i confini di dove finisce la mamma e dove inizia la persona è lavoro costante, che non conosce pause, non si ferma davanti alla SPM e alle feste comandate, agli steptococchi e a i pidocchi, all'assenza di un compagno adulto, al gommista, allo straordinario in ufficio.

zeM stropicciato ha ritrovato la sua mamma sorridente con un abbraccio stamattina:
"mami io grande now, basta bottle, now io cup.. ehyes!"

domenica 1 aprile 2012

imminente normalità

due giorni dopo il festino per il 40mo congiunto della Ines e di altra giovane belladonna,  msH sta ancora discutendo coi postumi di un trio di dj che le han fatto ricordare da quanto tempo non mette il naso in palestra. la determinazione con cui ormai si difende dalle lusinghe del bicchiere in mano, vecchio compagno inseparabile di cui si è persa l'abitudine, con grande sollievo epatico,  non si applica al richiamo delle danze.
le conseguenze si sono fatte sentire: una specie di cugina castana di Clara, reduce dai trattamenti del vecchio dell alpe si trascinava ieri per le sue faccende, a metà tra la contentezza di riuscire a farcela senza sedia a rotelle e la fatica di scansare greggi di miti passanti, in cuor suo quasi grata al pensiero che zM sarebbe presto tornato a ristabilire orari e attività più diurne.
sono volate due settimane, le settantadue righe della lista mentale delle cose da fare si è ridotta forse solo di un terzo.
msH sospira soddisfatta, per tutto il tempo che si è permessa il lusso di perdere.
imparare a perdonarsi non ha prezzo, me l'ha insegnato la convivenza col mio piccolo coinquilino, a forza di perdere contro irrealizzabili tabelle di marcia e la inaffidabile programmazione dei cartoni.
forse che dopo i quaranta si smette di invecchiare e si comincia a crescere?

giovedì 22 marzo 2012

old habits die hard

zeM è via.
in vacanza col suo papà, come non ha mancato di comunicare a mezzo quartiere domenica pomeriggio, sporgendosi dal cancello del giardino, mentre msH duellava con la parietaria e i sensi di colpa per aver scelto di occuparsi di una creatura non autosufficiente alla volta.
i 263 km che ci tengono, noi genitori, discreti amici indipendenti regalano ogni tanto una tenerissima vacanza a zeM, e a msH la possibilità di ricomporre l'adulto interrotto, spolverare i tacchi e riappaiare la biancheria.
in questa occasione la fortuita - e rarissima - combinazione di una agenda gremita di festeggiamenti, che incideranno sul budget peggio di una tata full time, coincide coi risultati di una recente necessaria discussione chiarificatrice con la bilancia digitale, ampliando le possibilità di regressione ludica a tempi di cui la mia memoria avrebbe fatto piazza pulita - se non ci fosse stata la dismissione di splinder e un baule nascosto di indumenti poco pratici per i giardinetti.
missJ è sbucata martedì sera trotterellando dal vicolo con le mani in tasca e una canzoncina stupida nella testa, felice di essere felice mentre schivava le cassette di melanzane in attesa della saracinesca, le porcherie sul selciato, i soliti balordi al bar della piazzetta, incrociava le massaie in rientro colle sporte bitorzolute, le voci delle mille razze della sera ridere, salutare, litigare, chiedere più tzatzichi, due felafel, un bacio o uno sconto.
un compleanno di squisita giovane donna, splendida organizzatrice e luminoso sorriso fornivano l'occasione di conversare con adulti padroni di alcuni congiuntivi, sillogismi conformati e turpiloquio malandrino, nonchè di rientrare in possesso di un oggetto personale (fantasma di un natale passato) prestato alla Franca per certe sue pratiche culturali, da lei stessa meglio definite laboratorio teatrale.
forse a chi non frequentava missJ quando ancora gironzolava a piede libero, la presenza di questa gemella birichina ha spettinato qualche sopracciglio, chi già la conosceva ha semplicemente sorriso, giocando col suo frustino in prestito, consapevole che, al rientro di zeM, tornerà a nascondersi nel suo baule, per lasciare spazio a gormiti, macchinine e patacche di pesto..




 

lunedì 19 marzo 2012

the dark side of the mom

Esterno tardo antimeridiano prefestivo quasi famelico, un eterogeneo trio in attesa che scatti il verde.
Sperando intanto che non saltino i nervi di msH.
Rocco - setter ottuagenario (15enne martedì che viene) in affido causa vacanza culturale dei nonni,  guinzagliato al polso sinistro tenta  d’inseguire i profumi di una primavera a forma di chiappa di jackrussel, trascinandosi appresso nel satiro balzo msH, la spesa e zeM.
zeM – ammanettato a destra, seccato dalle prostatiche necessità del transitorio coinquilino che gli precludono gli abituali privilegi ha manifestato tutta la mattina con pervicaci gnaulìi la frustrazione della sua natura di piccolo consumista.
msH - si dimentica l’aplomb albionico quando le girano: “boy i've had enough - you hear me? Bastaaaa. Mi hai stufato: arriviamo a casa e tu fili in camera tua. Voglio dimenticarmi di te per almeno mezz’ora. Capito?”
Sei occhi scandalizzati si voltano nello stesso istante.  Duececentocinquantatre anni in totale.
Tre gradazioni di turchinetto e commiserazione per il povero angioletto rimproverato.
Una però sfoggia pure una prontezza adolescenziale nell’estrarre con sorriso saccente e sventolare davanti al naso della perfida genitrice un volantino della torre di guardia.
Un sibilo ricomposto di diniego ringranziante.
Scatta il verde.
msH guadagna l’altra sponda con il suo carico di vittime più o meno pelose e malumore.
Ci sono giorni nel calendario perpetuo delle mamme che vorresti salire in cima ad un monte e urlare finché non ti spariscono le rughe e la pelle a buccia d’arancia.
Sono i giorni in cui fai i conti con la parte di te che non ti hanno insegnato ad accettare quando giocavi con le bambole, perché non è buona, non è bella, non è educata, non è rassicurante. Non è la mamma che si vede in tv.  È la parte più oscura della maternità, spaventa, disturba. Ed è quella che si preferisce fingere che non esiste. Eppure c’è.
Negarla ingrassa un insano senso di colpa e inadeguatezza, cementando un solido muro di rifiuto nei confronti dei piccoli artificieri. 
A volte si limita semplicemente a chiederti  chi te l’ha fatto fare?
Ma quando morde più cattiva quella parte sogna di spaccare tutto e scappare, scappare per non odiare quel bimbo così fragile, eppure così tiranno. Ignaro innesco di una dolorosa claustrofobia.
Fa parte di quel processo di crescita, quando passiamo da un adulto indipendente a uno schiavo dal futuro incerto e la scarsa igiene.  Serve a capire meglio i nostri genitori, e a capire meglio noi stessi.
Ho ascoltato altre mamme sole, con lo spavento negli occhi, confessare sentimenti  da giocoliere infanticida tra gli scaffali del reparto bimbi dei grandi magazzini nella pausa pranzo.
E alla fine ringraziare per non essersi sentite un mostro senza cuore, ma solo un essere umano col sorriso meno solo di una mamma che lotta sola.

mercoledì 7 marzo 2012

che sarà, sarà...

esterno urbano pomeridiano postscolastico con sporta della spesa contundente.
zM: mami look: mami guarda: spaidaman!
msH scandaglia incuriosita le vetrine lato destro - sperando intimamente che il bersaglio non sia in vendita.
zoomma sul dettaglio: decalcomania di spiderman lunga un metro scarso annidata tra i numeri caldi e il Circo Americano, allarga al contesto, un ammiccante internet-point, money-transfer e ricevitoria, con annessa galleria di sfavilline e cinguettanti slotmachine.
zM: mamy we go? guarda spaidaman anche there! là! we go inside?!
sbigottimento, moralismo genetico sotto forma di indice di nonna sventolante e insulti silenziosi alle vetriniste in blocco.
msH: sugar - that's no place for a kid,  it's a place for people to waste time and money, away let's go.
zM: why?
msH: because it's gambling, son, first of all you need to be 18 of age to go inside, and most of all you need to have your money to play on those machines.
zM: ma io ho money! ehyes!
msH: you have your pocket money at home, you're saving it for those revolting schifezzamonsters you want... or have you changed your mind about them?
zM: ma io voglio go there..
sospiro - prendiamola larga.
msH: darling, one day - if you eat all your dinner - you'll grow and be a young man.
zM: ehyes.. io be older, and you younger! (grazie, apprezzo - ma non entri là)
msH: mmh. not sure about that, boy. but anyway, you'll be old enough to find a job and earn your money. what would you like to be? a rock-star? a vet? a fireman? a painter? a pilot? eh?
zM: io want to go on spiky machines.
(le spiky machines sono le macchine per svellere lo strato superficiale delle strade in rifacimento, prima della posa del nuovo asfalto)
msH: ohyes, it's a hard job, but if you like it, why not... well, anyway, after you've done your 8hour daily routine at work for 22 days every month, possibly you'll get paid. And then you'll have money to pay your bills, your food and rent, and - maybe -you'll have something left for your kicks.
zM: ehyes io buy presents!!! when me older io have money for spidaman games?
msH: Slot machines, that's what those are. It's gambling, sunshine, it's nasty. Those are games you play with money, sometimes you win, sometimes - most of them - you loose. Are you sure you want to risk your hard-earned money on those machines? wouldn't you prefer to buy yourself an ice-cream? or sone new toys? or go on the giostre? or go on holiday? or go to the cinema? or buy a guitar? a motorbike?
silenzio cogitabondo.
msH pensa di averla scampata, stavolta.
poi.
zM: mami? ...  quando io older io wanna be a gambla!!!

giovedì 1 marzo 2012

effetti collaterali

Esterno pomeridiano feriale carrabile.
Da qualche parte lungo il percorso dall’asilo verso casa msH e zM discutono dell’eventualità di presenziare o meno al compleanno di un compagno di classe.
 msH : shall we go to that G’s birthday party then? How are you feeling? How’s that nasty cough doing? (da un paio di giorni stiamo vagando in quella terra di mezzo che sta tra l’abbandono rassegnato e gnaulante alla malattia e la dignitosa necessità di far fronte agli impegni quotidiani con una parvenza di continuità)
zM : i’m fine. Ehyes: oggi c’è G’s festa – pausa.
(presentimento..)
zM : we need buy a present.
msH : it’s ok sweetheart, i’ve already got a present, while you were at school. Shall we go then? I saw other kids going, wanna join them and play a while?
zM : hai preso un present for me anche?
msH : sugar your birthday was three weeks ago, you got plenty of presents then,  today we have one present only, and it’s for G, because it’s his turn to be the birthday boy.
Che bello. Chissà per quante altre festicciole di compleanno da qui a febbraio prossimo proveremo la stessa condivisa gioia e partecipazione entusiastica.
zM : why non hai preso un present for me?
msH : honey – i’m not going through it all over again. (abbiamo già presenziato ad un altro compleanno) It’s not your birthday today: that’s why.
zM : mamy can I have a present?
msH : no.
 zM : ma io don’t avuto present today, eh!
msH : and you’re not getting one either. That’s the end of the story, or we go straight home. You hear me man?
Venti metri di silenzio più tardi, zM ha la faccia di uno che ha morso un caco acerbo, msH ha acceso una sigaretta.
zM : the manestra dice no cigarette. Dice smoke goes dentro you e fa venire i denti gialli. Eh!
msH è perfettamente consapevole dei danni del fumo, firma mentalmente la sua quotidiana liberatoria al mattino. La verità oggettiva resta però una scomoda crepa nella sua coerenza, per quanto l’evidente strumentalizzazione della cosa nel contesto, la manlevi – questa volta - da pietose spiegazioni free-climbing sulla libertà di sbagliare che ogni essere umano invoca al bisogno.
E si avvale invece della facoltà di ogni genitore di sospirare rumorosamente e non rispondere.
zM : eppoi manestra dice anche smoke viene fuori dal naso. ….E  ti fa venire tanti bogeys. Ehyes!!!
(i bogeys sono le nostre caccole)
msH viene colpita da dieci minuti di convulsioni da seccata aspirazione di fumo e contemporaneo attacco di ridarella

venerdì 24 febbraio 2012

tramezzino educativo

Tempo fa  Katsuwonus Pelamis , un giovane squamoso di belle speranze ma duro d’orecchi, se la nuotava spensierato dalle parti dell’oceano Indiano, zone FAO nn. 51 e 57 (o dell’oceano Pacifico, zona FAO n.87), in cerca di qualcosa da fare sul fondo invece di dar retta a sua mamma.
Incappò in una rete a sciabica, e finì confezionato in atmosfera protettiva con tracce di crostacei e soia, tra due fette di pane alcolizzato, olio vegetale, uova, aceto di vino, succo di limone, sale, zucchero, senape, gomma di xantano e sorbato di potassio a lordare entro e non oltre il 22.03.2012 giacca, sciarpa e una gamba del  jeans di una famelica femmina umana con l’altra  mano sul volante in attesa del verde e un vocabolario da scaricatore, ulteriormente peggiorato dalle informazioni sul valore energetico.
Quindi ora tu fai come ti dico, non ti muovere e aspettami qui.  

martedì 21 febbraio 2012

codice familiare


interno orario quasi commestibile,  zeM se la gioca al tavolo coi suoi nuovi fidanzati, i prezzolati pattumeros.
la televisione parla da sola.
msH ascolta tutto e intanto discute di massimi sistemi coi fornelli.

zeM "agiuto! agiuto! i bambini! (l'occhio sulla nuca di msH identifica i suddetti schifosi di gomma sparpagliati) agiuto! la luce del space monsta..ehyes.. le manestre... vienite qui bambini!.. agiuto..  catchow!! ohnoo! ...  sono mortissimi.. ehyes! agiuto! emergency!.. vroom... ecco il papà! (il sopracciglio sarcasticamente incuriosito intravvede un modellino di Ferrari rossa fiammante che si avvicina sinuosa al luogo della tragedia consumata sulla tovaglia...) ehi ciao papà! ....agiuto!.. oohnooo! spacemonsta!....mamy presto: to the rescue, eh!!! ...mamycomehere!!! (grande gongolazione soddisfatta di super msHyde...)

orrore!!! : spunta quella cicciona dell'autopompa dei vigli del fuoco, che salva tutti e lascia il posto alla cena.
sbriciolando qualsiasi eventuale velleità di rombante eleganza d'epoca ..

lunedì 20 febbraio 2012

baratti

mrsH beneficia della compagnia di 4 ragazzi tra i 26 e i 40 anni come colleghi d'ufficio.
l'innegabile privilegio di poter studiare la linearità del linguaggio e il funzionamento del cervello maschile si unisce alla comodità di non dover dedicare troppa fantasia mattutina alla competizione su frivolezze estetiche e delicatezza per la suscettibilità mensile che la compagnia femminile in ambienti di lavoro inevitabilmente comporta.
questa mattina metà della refurtiva dolciaria trafugata nelle ultime 48 ore tra pentolacce e festini vari è stata equamente elargita ai giovanotti per far fronte al lunedì.
in ritorno mrsH si è vista posare sulla scivania un bacio perugina, misura grande.
mrsH ha da tempo smesso di combattere i sensi di colpa per il cioccolato, abbandonandosi alla gratificante somministrazione quando occorre.
non si domanda troppo come sia arrivato e manco cosa vada a compensare.
masticandolo però si domanda per quale nocciolato motivo le tocchino prese per i fondelli mediorientali che zufolano :  "l'amore non dà altro che se stesso e non prende niente se non da sè"

festizia

non esitono più le mezze misure.
nelle ultime 72hr siamo passati dal placido confino domiciliare per glaciazione al vagabondaggio carioca compulsivo.
la ridda mnemonica rigurgita oggi a intervalli irregolari - tra una somministrazione di caffeina feriale e l'altra - schiamazzi di pricipesse paonazze e sovrappeso che brandiscono bastoni, gragnuole di zucchero, secchiate di coriandoli, fatine tristi con la bacchetta spezzata o la torta in terra, un esercito multiforme di spidaman più o meno palestrati e accecati dal collasso delle mascherine, inseguiti da nugoli di mamme minacciose con giubbetti sottobraccio, frittelle o fazzoletti, animatrici col trucco spiegazzato e le alucce ignorate, tamburini giallo-verdi con la faccia da commessi della rosticceria, pirati col pitbull, fidanzate con le cornine rosse.

ma l'8 marzo è per le genitrici che sopravvivono al carnevale?

mercoledì 15 febbraio 2012

dove osano le aquile..

Interno molto antimeridiano infrasettimanale.
MsH  sta gradualmente riprendendo contatto con l’universo,  seduta al tavolo lotta con l’ingobbimento notturno ancora incredulo che sià già ora di tornare sul ring, e intanto si vendica sulla produzione di pallini di pelucchi di una manica della vestaglia antistupro. Siamo solo al primo caffè appena iniziato.
ZeM si materializza  a complicare le rotazioni orbitali. Petulante.
Si vede che San Valentino infastidisce anche lui.
Si arrampica inquisitore a reclamare la sua dose di coccole contundenti.  
zM “hey!? mamy why you here? Why you downstairs?”
(le zone giorno e notte a casa nostra  sono su due piani differenti)
msH “ hello baby, I’m here because I’m having my breakfast”
dissimulare lo sforzo sovrumano necessario a trasmettere buonumore certe mattine varrebbe da solo un oscar di platino.  Invece  si vince  un promemoria scribacchiato a penna sul calendario per riprendere la somministrazione del magnesio.
 msH “Did you sleep well? You don’t look very happy with yourself.”
zM “mamy, I go to school now?”
msH accusa la seccante  sensazione che esista una versione meno nota del “Giorno della Marmotta”
un’imprevista (…?) tempesta di riso soffiato caramellato interrompe l’interrogatorio.
zM “catchilo!”
è gratificante sapere che c'è qualcuno che crede che sotto il tuo pigiama di flanella orsettata si celi un supereroe in grado di fermare con la forza del pensiero una scatola di cereali da colazione aperta che ha inavvertitamente (..?) preso il decollo alle sette meno qualcosa dal bordo del tavolo.
 Zm “oh!” – pausa – “ Mamy posso see telivision?”
MsH non credeva ai supereroi, finchè non si è trovata ad avere a che fare con un figlio.
Provvede alla velocità della luce alla sistematica rimozione di tutti gli oggetti nel raggio di un metro da zeM.
msH “ no-way-Josè! Before you sneak off, you’re gonna help me clean up the mess here little man!”
L’orologio a parete soprintende rassegnato al solito ritardo.
Un  esploratore  scrupoloso sotto il tavolo reperisce e suddivide: svariati proiettili di riso soffiato appiccicoso, un po’ pelosetti, tre coriandoli artigianali, un pinguino senza piedi, una farfalla al pesto tassidermica, una piccola vite, gnocchetti di pongo grigietto-marronschifo..  Il pavimento originale, in graniglia – una geniale invenzione per chi non soffre di comportamenti ossessivo massaio-igienico-stracciferi  - è un inferno mimetico per il cercatore, pena rassegnarsi ad appoggiare la guancia in terra a esaminare con un occhio solo eventuali sagome protundenti.
zM “trovatolo! Mamy look, io trovato, ehyesss! Mamy, myliccleschifezzaworm!”  
Esibisce garrulo pregiato reperto : piccolo verme di gomma, introdottosi in casa al seguito di qualche altra porcheria, mancante all’appello da qualche giorno.  
msH agguanta la scopa e mette sommariamente fine alla caccia.
zM appollaiato sulla sedia se la canta trionfante, il lombrichino redivivo sullo schienale danza la gioia del suo fortunato ritrovamento.
msH vola al piano di sopra a prepararsi  al resto del giorno che l’aspetta, un chicco di riso soffiato attaccato al gomito.

martedì 7 febbraio 2012

the street of fallin'ladies


There is a street in my old town
They call the Slippy One.
It's been the ruin of many high heeled girl,
And ladies too, at least one.
I’m glad I listened what Mama said,
When leaving home today.
Being so young and foolish, poor boy,
Would’ve spun as a bayblade on a tray.
Go tell my neighbours quick hurry on
Never to trust the ice like I have done
To walk on frozen streets in my old town
You’ll slip the whole way down.
My mother, she's my saviour,
She grabbed at my blue jeans.
My neighbour, she just skid past us, oh Lord,
Flat on her backside, away she rolled.
The only thing that stopped her
was a weed patch down the road.
So then we went to pick her up
Beware of the same destiny
all bruises and murky streaks,
Helped the poor lass get on her feet
‘tis a pleasure we get out of life
picking up ladies recently.
One tripped’a turnin’ on her platform shoes
And the other one slid on the icy street,
I'm gonna watch my step I promise now
I swear that, Mama, I will.
Going to school and back in my old town,
I believe you, no more shall I run, no.
Don’wanna sprain an ankle’n’spend the rest of my days
Regretting being a bandaged nincompoop.

lunedì 6 febbraio 2012

tantibbirddeiattèèèè

sabato ricorreva il quarto compleMonsta.
I piccolini refrattari allo tsunami virale si sono fatti sventolare a meno due gradi scarsi fino al punto di festeggiamento. Un inchino di cuore al coraggio, o alla disperazione dei genitori, che pur di espellerli dalle claustrofobie domestiche hanno accompagnato gli adorabili guastatori al circolo ex combattenti del quartiere, dove una saletta locata inghirlandata di palloncini aspettava l’impavida invasione,  sfrattando gli abituali avventori, onesti pensionati,  guadagnatisi al fronte la pomeridiana pace di una mite briscola e due gotti di giancu lontano dalle coniugali petulanti faccende di pattine e soffritto.
mrsHyde si domanda ancora, trascorse 48 ore dalla bolgia di strilli, stelle filanti e focaccine contundenti, se non sia stato tutto un sogno.
Se pure dalle memorie appannate dei combattenti,  oltre alle fulgide medaglie e ai lampi di polvere da sparo, possano esserci pari flashback di lotte fratricide, risse e tradimenti per una trombetta e assalti partigiani al buffet.
L’evidenza di un piccolo tesoro di nuovi giocattoli impilati in soggiorno conferma l’avvenuto bellicoso festino.
E rammenta a mrsH la necessità di adottare una strategia più efficace per l’anno venturo: contingentare severamente il flusso di regali che richiedono l’intervento materno per comprenderne il funzionamento.
In realtà ci fu un Natale, tempo addietro, in cui si persero le tracce di tre pecore e si seccò il muschio del presepe dei nonni per quel che uscì dalla bocca di mrsH alle prese con un triciclo da montare, da lei stessa proprio medesima acquistato.
Ma si sa, il tempo cancella le sofferenze...
Anzi, l’entusiasmo per certi gadget infantili dopo una certa età assume connotazioni di sincero rincoglionimento, una sorta di rigurgito di onnipotenza giovanile, con anacronistica sopravvalutazione dei propri limiti.
Sicché oggi la sfida assume le sembianze infami di un aggeggio definito transformer che mi guarda torvo dal tavolo in cucina.
La scatola recitava : difficoltà intermedia.
Sono quasi certa che non ci fosse indicato il grado necessario di parentela con un laureato in ingegneria, o titolo di studio equivalente.
Temprata da quasi quattro anni di prova quotidiana di chiusura cinture di sicurezza del seggiolino auto, e tre traslochi in solitaria all’attivo, pensavo sarebbe stato sufficiente leggere le istruzioni.
Riposto il paio di cesoie da siepe atte a liberare l’oggetto dalle reggette in titanio mascherato da materiale plastico, sotto l’occhio vigile e le falangi impiccione del mio convivente in stato di evidente esaltazione spaziale sfiliamo il foglietto.
Si dispiega sbigottito un origami esplicativo equivalente a sei episodi di fotoromanzo muto in bianco e nero.
Nel tempo che occorre per mettere a fuoco la parte corrispondente al disegno, ci si è scordati il tipo di movimento e pressione mimato da laconiche e sibilline freccette che bisogna imprimere all’oggetto per ripiegarlo da robot antropomorfo ad automobile e viceversa.
Roba da pazzi.
Ma ai nervi e ai complessi di inadeguatezza dei genitori non ci pensa nessuno?
mrsH ha onorevolmente glissato sulla sua frustrazione, operando efficaci manovre di distrazione e mantenuto alto l’onore di fronte a zeMonsta dedicandosi invece alla sistematica esplorazione dei suoi nuovi bakugan, richiudendoli tutti senza parolacce, perlomeno ad alta voce.
In cuor suo è consapevole, però, che questa non è una resa, come quando esasperata staccò e riposizionò gli adesivi al cubo di rubik.
Una di queste sere, quando zeM starà dormendo, mrsH si prenderà la sua rivincita su Bumblebee..


mercoledì 1 febbraio 2012

postumi e deliri

zeMonsta è caduto eroicamente.
No, non l’ho spinto io.
Alcuni popolari virus che ha conosciuto all’asilo l’han inseguito fino in casa: gl’hanno tappato il naso, gli han spremuto lo stomaco (e pure più giù), l’han schiaffeggiato di tosse, fatto limonare duro coll’aerosol.
Dalla lotta che ne è seguita hanno avuto la peggio le mie notti a recar catini, la mia vita sociale da monatto e il mio budget babysitter.
Ma ne escono malaccio pure il tappeto che sfoggia un nuovo tatuaggio color pesto vomitato, la tv lobotomizzata dalla maratona di cartoni incluse le repliche e la lavatrice che dopo gli straordinari non retribuiti  del  fine settimana è rivolta al patronato Indesit.
Sicchè al momento il convalescente sta spassandosi una dueggiorni da dittatore sudamericano espatriato presso i nonni.
Nonni che peraltro vantano anch’essi un fulgido passato di genitori da mestolanza di legno spezzata sulle reni filiali, poi insabbiato da una sopraggiunta conciliante senilità e soppiantato dalle palette di design in resina,  o dal telefono azzurro.

Riappropriarsi a sorpresa della casa per la quale stai pagando un mutuo ventennale per assicurare un tetto al cagionevole graffitaro parcourista che te l’ha espropriata è come finire in una dimensione parallela. L’occhio registra le abituali immagini di devastazione domestica, ma l’esaltazione neuronale del contenuto della tua teca cranica improvvisamente alleviato dal multitasking quotidiano  inibisce la trasmissione di comandi agli arti.
Sei pietrificata dalla felicità.
Sei così felice che non sai cosa fare prima.
L’inventario dei sogni di dissoluta depravazione che hai covato dai tempi della cresima ti scorre davanti a velocità inafferrabile.
Ma siccome le fortunate occasioni di libertà cadono con perversa puntualità in giornate tipo il martedì, e fuori nevica - a Genova può capitare che nevichi al massimo tre volte durante un inverno – quando finalmente trovi il tasto pause per il film che ti sei fatto in testa, la scelta si riduce a “serata relax in casa”.  
Opzioni:
A – farsi un ape: potresti stapparti una birra avanzata da capodanno, ma è calda.
B -  ordinare una pizza d’istinto egoista, del gusto che ti va, da non condividere con nessuno: ma il ragazzo delle consegne ce le avrà le ciaspole?
C - rivedere il tuo film preferito: il dvd è ancora imballato dal trasloco, forse è nel soppalco, la scala invece è nel ripostiglio, tumulata dietro all’asse da stiro e lo stendibiancheria. Se dovessi cadere dalle scale e perdere i sensi fino all’indomani chi mi cercherebbe? Tre tacche di batteria. E se mi spacco una gamba? Ho la canotta scoordinata. Il progetto  viene messo momentaneamente in quarantena.
D - sparire nella vasca fumante per 75 minuti con il totale monte sali da bagno ricevuti in regalo nell’arco di  tre traslochi di case con doccia.

MrsH fissa il vuoto con un’aria branzinata  intanto che l’impulso elettrico generato nel cranio sposti il piede destro dal non meglio definito oggetto che ne spunta da sotto.
Uh.
Eccheèh?
Un gormito dei fiumi.
Mmh. Dov’è andata la scatola dei gormiti?
Ah, là.
MrsHyde riprende il moto di default,  in mamy-mode.
Al dodicesimo nevrotico giro di ricognizione, non del tutto convinta della ricomposta normalità post-bellica, sospira, guarda l’ora.
E forse forse.
Forse un po’ le manca.
Poco, però.
Sbadiglia e se ne va a letto.
Che intanto domani l’aspetta una feroce emicrania da overdose di psicotropa libertà...

martedì 31 gennaio 2012

priorità

siamo stati terremotati giorni fa.
mrsH ancora non si capacita: nel momento della inopportuna molestia tellurica alla rara quiete pomeridiana il primo pensiero è stato per il blackberry lontano, in carica nella stanza accanto.
poi il mutuo residuo.
infine zeMonsta, placidamente sverso e russante sul divano rapito dai virus.

domenica 29 gennaio 2012

pigs (and toys) might fly

Interno – tardo orario antimeridiano festivo.
Mrs Hyde sta duellando con un senso di catastrofe imminente e il pigrissimo dosatore dello shampoo che accompagnano il sudato e puzzolente diritto di farsi una doccia ogni tanto, confidando nel doppio episodio di ben ten a tutela di fantascientifici venti minuti di privacy in bagno.
Nessuna porta interna si chiude a chiave qui. Per sette porte originali smurate durante i lavori di ristrutturazione spostate e rimontate non ci sono che 3 chiavi, nessuna delle quali gira nelle serrature. All’epoca sembrava un particolare trascurabile, anzi, quasi una garanzia di tranquillità. Non è chiaro a che punto della storia la tranquillità che il tuo cherubino spiumato non si sarebbe chiuso da solo da qualche parte si è trasformato nell’angosciante sensazione di non poter neanche espletare le tue fisiologiche necessità senza  le inquisizioni di Jacob Sprenger che mentre ti srotola la carta nuova nel bidè, arzigogola col chilly sull’asciugamano o rielabora con primitivi graffiti di antirughe parigino le piastrelle, ti estorce urla belluine, feroci minacce e sordidi compromessi.
Semplicemente succede che un giorno capisci che sei alla fase successiva, dopo l’inaspettato amore tardivo sbocciato per i lunedì mattina, ti accorgi di sentirti più al sicuro nei bagni della stazione che a casa tua. E la degenerazione delle tue abitudini include pure una mancia  al custode, ignaro che il grandioso gesto altro non è che il frutto di un diritto rivendicato per entrambi, di un lavoro onesto e una riservata dignità.
Purtroppo le necessità commerciali televisive hanno prostituito alle pubblicità anche i canali dedicati all’infanzia. Che in pratica si traduce in uno slittamento a data da definire delle procedure di depilazione, a scanso di conseguenze domestiche di ben peggiore portata, considerando la stagione e le frequentazioni non impellenti.
Il count down interno del genitore single irrompe sulla soglia durante lancio di non identificato oggetto scuro nello spazio aereo della mia camera da letto.
MrsH: Hey there man, what's goin'on? What was that flyin'about? How many times do i have to tell you not to throw things around? What was it? Where did it go?
zM : eh, yes mamy!  Ma .. ma... ma… ma… (Ogni tanto mi assale il dubbio che zeM covi una incipiente balbuzie e sprofondo in una voragine di sensi di inadeguatezza parentale per colpevole tirannia: per fortuna dura molto poco)… ma…ma... ‘twas the schifezzablob, in yoroom! Eh!
La “schifezza-blob” è una sostanza molliccia, un tempo chiamavasi slime, oggidì venduta in piccoli barattoli dall’edicola, in vari colori, a piccola cifra per la martellante bramosia dei bimbi e il disgusto degli adulti preposti all’eventuale raccolta (che solitamente NON sono coloro che perpetrano l’acquisto).
A noi fu donata.
Dalla bimba che zeMonsta considera la “sua bella”
In variazione cromatica: marrone.
Chiunque al suo posto si sarebbe fatto delle domande, scoraggiato.
ZeMonsta – fiero - lo considera uno tra i regali più belli ricevuti a natale.
Per mrsHyde l’articolo è una gioiosa maledizione.
Gioiosa perché infallibilmente in grado di distrarre il piccolo mostro, maledetta perché si appiccica sulle superfici tessili e macchia quelle porose.
E fino ad oggi era tutto lì.
Adesso sappiamo che la schifezza-blob ha anche la facoltà di smaterializzarsi.
L’abbiamo cercata ovunque. Sotto il mio letto, tra i cuscini, nel piumino, dietro i comodini e il termosifone, dentro la cabina armadi. Macchè. Niente. Nothing. Nada. Rien.
Pazienza, seccherà.
zeM s'è rassegnato verso l'ora dello yogurt, mrsH lo ha sadicamente catechizzato ad intervalli regolari sulla legge di causa-effetto.

però come si cambia: un tempo sarebbe stato più probabile veder volare un porco, piuttosto che mi trovassi uno stronzo in camera da letto senza essermi depilata…

mercoledì 25 gennaio 2012

gudmornin'vietnam

esterno antimeridiano - orario feriale cronicamente ritardato.
mrsHyste sta trascinando un asino morto dall'uscio di casa all'asilo.
tempo di percorrenza previsto : 17 minuti, salvo emergenze.
per emergenza si intende : intervista al felino senzatetto di vico Fragole, scupolosa analisi di inusuali rifiuti solidi urbani o articoli di abbigliamento piovuti a terra nella notte, con rispettiva disquisizione di ipotetica riprovevole o metereologica provenienza,  accidentale sopravvenienza di fame, sete o cacca.
il tutto prima del secondo caffè e della prima sigaretta.
zM : mami uat ui do oggi?
msH : mammy goes to work, darling, and you go to school! -
si insinua una traccia di perfido godimento nel pensiero, un soffocato abbozzo di gioiosa aspettativa di libertà e compagnia adulta.
chi abitualmente frequenta gli umani in età da scuola materna è cosciente che le indagini verbali di questi non sono mai fine a se stesse, i piccoli mostri non si sono ancora piegati all'ipocrita cortesia della conversazione tout court.
l'esercizio della coerenza e del gioco d'anticipo è forse una delle mie costanti attività genitoriali più faticose.
e per quanto allenata resto vulnerabile all'evidenza che il prezzo dell'integrazione sociale è la soppressione sistematica del primitivo slancio polemico che alberga nel mio coinquilino rigurgitante di genio e candido egocentrismo.
certe mattine però ti girano i coglioni ad allevare un sindacalista radicale.

zM : school? wai we go school? non voglio go school! wai we go school?
msH : because you have to, sweetheart. - mi sconsiglio vivamente di aggiungere argomenti che supportino la necessità contingente, sono una collaudata perdita di tempo.
lo sgomento genera un agonizzante tentativo di orgogliosa contestazione.
zM : ma io andato già yesteddai! eh!!

sospiro, msHyde: 0 - zeMonsta: 1
il sollievo dell'approssimarsi del portone dell'asilo annuncia la fine del primo round oggi.


 ps - per le mamme genovesi del centro esiste un numero per segnalare la presenza di siringhe usate, e farle rimuovere da personale attrezzato, ed è lo 010 2541113 -

martedì 17 gennaio 2012

ri-considerazioni

zeMonsta si sveglia di ottimo umore ultimamente. (+3 giorni)
si materializza trottando sullo scendiletto, sgretolando ambizioni di pigrizie da terzo snooze.
“mami! posso avere a licclecuddle, eh?”
Si intrufola sotto il piumino e ti frattura uno zigomo, ti aggancia con un dito accidentale il naso e con le zampe gelide ti accerchia la schiena.
Per non illudersi che questo possa durare altri 12 anni, mrsHyde alla sera si rilegge Salinger.
Si vendica censurando a sberle la sveglia,  sospirando solleva un sopracciglio e tra sè conviene: “It's funny.  All you have to do is say something nobody understands and they'll do practically anything you want them to.”  ~ The Catcher in the Rye
"anyone ready for breakfast yet, kiddo'?"