lunedì 9 gennaio 2012

la raccolta differente

Sabato mattina. Orario antimeridiano quasi umano, qualcosa tra le dieci e mezzogiorno.
MrsHyde e zeMonsta consumano il rito settimanale della differenziata, per carta e vetro. La quantità di plastica che produce crescere un infante costringe ad un  pellegrinaggio bisettimanale al punto di raccolta, inspiegabilmente predisposto a trecentometri diametralmente opposto a quello che ci interessa oggi.
Va da sé che in nessuna delle tre occasioni mrsH possa mettere i tacchi.
E manco il resto dei sette giorni della settimana, a esser franchi.
Approssimandosi al bidone per il deposito mrsH e zM stanno animatamente discutendo di alta finanza, nello specifico dell’eventualità o meno di speculare azzardatamene sulle nuove buste di paccottiglia che l’edicola all’angolo elargisce per la rovina economica delle famiglie, l’abrasione dei nervi materni e l’allenamento alla morsa del pit bull dei minori di anni 13.
Il bidone è al momento presidiato da appariscente dama in verde.
La quale leggiadra spalanca le fauci del bidone a calci (la leva per l’apertura del coperchio risponde adeguatamente solo ad una pressione di polpaccio pari ad un destro del Maradona dei tempi d’oro)
La dama deposita il suo pacchetto, poi – evidentemente tramortita dall’alito del recipiente- e tradita da una zeppa hymalaiana compie un mezzo giro su se stessa e ruzzola in terra.
Ora.
In queste situazioni l’istinto del basilico solitamente ha il predominante effetto di farsi fare i cazzi propri. Il genovese doc abitualmente rispetta il tuo dolore, si defila e ti lascia agonizzare con composta riservatezza.
Il problema per mrsH però sono le pubblicità.
Una in particolare, di una pasta , che glassando con ingannevoli fotogrammi di pacifico ed armonioso desco serale la mia quotidiana finale di wrestling acrobatico tra  jimmy-snuka-superfly (io) e lo scimparagno (lui), con voce di nonna saggia e suadente ci ricorda che “noi cresciamo con loro” riferendosi ai cuccioli di mamba verde che stiamo allevando senza preoccuparci della scadenza del siero antivipera che ogni madre di famiglia previdente conserva in frigo accanto alla vodka, i cetriolini in salamoia e la maionese lait.
Questi sono il genere di scrupoli che ti cambiano la vita.
Quando ti accorgi che sei passato dall’altra parte della barricata (e ti devi procurare i fondi per l’antirughe finito che stai ostinatamente spremendo).
Quando ti accorgi che non sei solo (e rassegnati: manco lo sarai più – sospiroso sogno di un bagno con la serratura funzionante).
Che non bastano i bei discorsi, ci vuole l’esempio.
MrsH deposita il suo lingotto di carta ordinatamente compattato, tende la mano libera verso la signora in verde distesa supina sul lastricato dove un paio di secoli orsono defecava la cavalla bruna di Mazzini, e le chiede se si è fatta male.  
La signora borbotta in confusione.
Poi afferra la mia mano.
Non devo essere credibile come malintenzionato.
Però.
La signora verdolina non è una silfide.
Il primo tentativo fallisce.
Ci si riprova con ambo le mani.
zeM incuriosito partecipa da lato con incitazione “Ohyssah!”
Il secondo tentativo riesce.
E suscita perplessi sospetti.
La signora che non è una silfide non ha manco la voce di una sirena, a meno che le sirene oggigiorno cantino come baritoni (una reietta di x-factor?).
Ringrazia, smadonna all’indirizzo delle zapatos truffaldine che le hanno ridotto le ginocchia blu e poi mostra a sostegno dell’accusa anche più su sulle cosce erborinate e financo quasi il didietrone.
MrsH sorride comprensiva, tergiversa, minimizza, sposta lo sguardo, e suda.
La sua passione per le scarpe in generale si allea alla specifica reticenza di dover eventualmente spiegare a zeM perché certe signore parlano come camionisti e sfoggiano rotule da calciatori e non hanno problemi a denudarsi davanti ai bidoni dell’immondizia.
Si accomiatano tra profusi gracias e sifiguri e riverenze e hasta luego e ciao e “pualediscifattomale?” (trad: poor lady, she’s hurt herself)
La spregevole bustina da consumismo cancrena del nostro millennio materialista che ci adesca all’edicola è un’ancora benedetta di diversiva salvezza.
Cosa sono 2.99 eur in confronto al tentativo di spiegare la complessità delle sfaccettature del genere umano a un quasi quattrenne?
zeMonsta ha scartato felice la sua innocua serpe amazzonica di gomma marroncina, fantasticando sulle prossime 12 che necessita per completare la collezione (e lo sfinimento delle finanze domestiche)
mrsHyde si è letta il suo oroscopo settimanale, sfanculando  la rigidità dei propri principi antisperpero, ostaggio cosciente di deliri di onnipotenza single-parentale.

Poi quindi, crepi la crisi dei mercati, pure un caffè macchiato, una pastina ai blueberries,  due sorrisi spolverati di vaniglina in pasticceria, e poi via nel sole frizzantino fino al parco.

La buona coscienza dei piccoli samaritani però non si placa con così poco, per fortuna ci vorranno anni di condizionamento mediatico (scade il canone mannaggia.)
Per una decina di giorni almeno - all’invito di mrsH di andare a gettare la spazzatura, di rimando l’entusiastica risposta è stata “yes mami, we go pick up a lady?”
“No, darling, i hope there’s no lady - or anything that looks like one - to pick up today ...”

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