mercoledì 14 dicembre 2011

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madre snaturata
mercoledì 13 giugno 2007 1.39
stamattina una signora perbene al semaforo faceva finta di nulla, controllandosi il trucco nello specchietto retrovisore, alzando il volume della radiolina per occultare il baccano di ferraglia che proveniva dal davanti della sua autovettura.
tacchettando poi verso il capofficina unto di nero già alle 8.07 con un sorriso a cuore (quello che mi viene quando sfoggio la mia miglior faccia da culo) e uno sbattimento di ciglia ha zufolato candida il suo bisogno d'aiuto inframmezzato dal buongiorno, uno schioccar di chiavi e due passetti flamenchi tra cavi e secchielli, che senta mi scusi quella (mia) povera ka quiffuori faceva un rumorino un pò strano poco fa, anzi da ieri, forse, non è che potrebbe mica..
l'omone ha sollevato prima la crapa, poi i sopraccigli e infine il cofano, borbottando  "accenda'n'pò"  ha scosso la testa, palpeggiato il motore e ascoltato con affranto interesse solo quello che la femmina su ruote - la delatrice infame - gli stava spifferando tra un rantolo e un attacco di tremarella.
signora, ma da quanto non cambia l'olio?
silenzio esterrefatto e colpevole. (forse un paio d'anni)
eh, mi sa che ha fuso.
mi sa che il brav'uomo ha fatto del suo meglio, ma un cambio d'olio, di filtro e registrazione di valvole non mi ridaranno più la mia Karretta.
e a chi mi chiede se penso mai di potrei essere una buona madre ora posso sinceramente rispondere di non dire belinate.

 
i soldi non fanno la felicità
mercoledì 13 giugno 2007 15.36
e infatti  mi è sfuggito un passo di gioiosa mazurka stamattina in posta che non c'era coda.
prima di  farmi leggiadramente sfilare dal borsello  in un botto solo ici, rumenta e luce, anzichè  volare per una settimana a sharm con quella cifrozza, rischiando magari di sciuparmi la pelle col sole e prendere un altro paio di chili..

little marrakesh
giovedì 14 giugno 2007 2.23
ieri sera la clemenza del tempo ha permesso a miss J di inforcare il motorello, controllando così per rincuorante sicurezza che ci fosse olio anche lì (che ultimamente ho strizza di grippare pure col carrello della spesa) - la benza stava in riserva però - e raggiungere le sue leggiadre femmine giù sul fronte del mare.
un'iniziativa del calendario estivo del nostro comune infatti ci serviva su un piatto di carta un'ottima scusa per schivare i lavori di casa,  spassarsela a cicaleggiare rimpinzandosi di manicaretti esotici e tirar tardi sotto i tendoni del suq allestito negli spazi del porto antico, dove una quarantina tra artigiani, commercianti e ristoratori di vari paesi nonchè musici e intrattenitori per una settimana coprono con il profumo di burritos, couscous, curry, incenso e qualche ascella i miasmi ben poco poetici che chi vive in una città di mare sa che il porto regala nelle notti di afa.
era poi la splendida occasione per baciarle tutte infrasettimanalmente, aggiornandole sui miei infami tradimenti meccanici e sdolcinate latitanze in alta quota, in cambio di loro racconti di scampagnate con incontri maliziosi della Wanda, inaugurazioni prestigiose e poi disdicevoli disagi domestici della Jolanda, vittima di una distratta vicina dal gas indisciplinato (spero sia tornato tutto ok là!) , dei progressi immobiliari della Ines, in panico da proprietà, e una fugace apparizione della Robiondolina tutta di rosa vestita, come un bocciolo carnivoro in calze a rete in tinta.
saziate abbondantemente le orecchie e le budella, e tralasciando volutamente di calcolare l'introito calorico anche per quel giorno andato alle ortiche, ci siam lasciate incantare dal quintetto di musici marocchini intervenuto a rapirci col pensiero in paesi lontani, e per me in squisite memorie assai recenti.
bravissimi tutti: percussioni, liuto, violino, chitarra e voci.
bellissima l'unica dama, dotata di una grazia tale da far dimenticare il suo inenarrabile involucro luccicoso di raso, ricami dorati e naylon fuxia che avrebbe altrimenti potuto facilmente farla confondere per una mortadella congestionata arrotolata in una tendina da wc postribolare.
e insieme trascinanti che non si voleva andar più via, che il palco era assediato e poi invaso da giovani extracomunitari dalle movenze sinuose e dalla pelle olivastra, il bordo delle mutande di fuori e le cinture di D&G, ma dal cuore felice che gli si leggeva in viso per quello scampolo della terra dei loro padri che li strappava dalla folla e faceva battere le loro mani in coro.
li ho visti sorridere come non succede mai per strada, li ho visti ragazzi come tanti altri, alla fine però li ho visti pure un pò sudati e puzzolenti, che con la Ines ci siam quindi portate ai nostri rispettivi dueruote con ancora tutti quei colori e suoni nella mente, e nello stomaco un dannato involtino di carne e spezie che ho digerito stamattina, dando finalmente un senso alla gentile pakistana che alle mie insistenti inquisizioni sui ripieni aveva solo risposto stupita che era "diverso" perchè era diverso, no?


chi va piano, va (e torna pure da) lontano.
lunedì 18 giugno 2007 23.52
venerdì con la brezza di mare (e un pò di fiato sospeso) miss jekill si scapicollò alla furibonda velocità degli 80 km orari facendosi superare persino dai carretti dei venditori di cocomeri verso la riviera ponentina. la gioja sublime di riacciuffare le sue sognatrici dopo settimane di bidoni (subiti, eh!) non le impediva infatti di tener bene a mente le raccomandazioni del trascorso lunedì della sua fata madrina in tuta bisunta blu, stregato straccetto penzulo dal tascone didietro e crapone lucente da capoofficina.
"signora, faccia molta attenzione, o finisce dal demolitore"
qualche millennio dopo aver infilato il casello, con la sua bacchettona magica sollevata, finalmente arrivava alla meta, e rotolando giù per la deliziosa scarpata che collega l'aurelia alla minuscola baia adibita a ristorante all'aperto e poi indigena balera, non sapeva se maledirsi maggiormente per essersi appoggiata un minutino di troppo al divano o essersi a suo tempo preoccupata troppo poco di eseguire certi periodici controllini meccanici.
sicuramente a voler ben scavare, la colpa per ambo le cose si sarebbe potuta addossare a qualcun'altro, a una stanchezza da troooppo lavoro quella terribile settimana, o un benzinaio preferito che aveva cambiato gestione qualche anno  fa.
ma arrivata in fondo alle scale, e pure alla coscienza, con un'alzata di spalle decise che oramai era fatta, sorrise e abbracciò le sue donzelle di Onaznera.
sempre belle e sempre a turno a dieta le sue due sognatrici.
fortunatamente sempre loro, che ci fu un bel chiacchierare e un buon (forse troppo) brindare.
fortunatamente c'era pure un comlpessino che suonava reggae, quindi fu anche un allegro e gradevole sgambettare.
fortunatamente l'autostrada era chiusa per lavori di insonorizzazione all'ora del ritorno, e sulla statale una ka che rispetta i limiti di velocità alle tre di notte non desta sospetti e scherno, che così ci fu anche un tranquillo guidare.
sul posteggio un pò garibaldino forse potrebbe aver trovato da ridire qualcuno, ma personalmente mi ritengo ampiamente soddisfatta di essere riuscita a farlo (e di ricordarmi dove, 48 ore dopo)




sabati da signore
martedì 19 giugno 2007 0.53
sabato nel tardo pomeriggio il piagiamello di mrs Hyde stava già fregandosi le maniche, pregustando una delle sue rare rivincite, che le femmine di miss Jekill si erano sparpagliate ovunque a inseguire progetti di coppie e famiglie, e il telefonino - bellamente ignorato il uikend precedente, quando la proprietaria stava rupestremente persa in un paio di occhi verdolini e swing tra buche,  mazze, green, abeti, genziane e violette, e setter che trovavano palline bianche dove non erano perse - adesso manco all'ora dell'aperitivo il dannato aggeggetto sembrava volersi rianimare, l'omertoso bastardo vendicativo.
ma con le donne non si può mai sapere, e con certe (le mie eclettiche girls) manco ci si deve disperare.
perchè così con la Wanda ti trovi a gustarti un bel cinemino del sabato, da signore tranquille, ipocalorico ma assai succulento: mio fratello è figlio unico.
strepitosi e scoppiettanti i dialoghi, eloquenti certi silenzi, bella la dignitosa realtà familiare di sacrifici e scapaccioni, intrappolata nelle maglie di un pezzo di storia per me troppo recente per averla studiata a scuola e troppo bambina per averla vissuta, che travolge e spezza altre storie, le più vecchie del mondo.
han fatto bene a premiarlo, il film, sceneggiatura, suono  e gli interpreti Elio Germano e la Finocchiaro.
e per certi altri versi, adesso capisco anche la signora Golino, in effetti.
quindi madame mie:  fate finta di essere ragazzine, e andate a vederlo.


quando finisce un amore
martedì 10 luglio 2007 10.58
quando finisce un amore...ci è voluto un pò.
poi è subentrato il desiderio della novità, a distrarmi, sempre più subdolamente pressante, e l'indolente convinzione che le cose non sarebbero più potute tornare come prima.
ripenso all'emozione del primo incontro, la prima carezza, il primo viaggio assieme, il primo scontro, per poi tornare ad amarsi, a raccontarsi quanto ci eravamo mancati, che non sarebbe più dovuto accadere, che saremmo stati più attenti.
mi fidavo ciecamente, eravamo un corpo solo: nell'inseguire le curve, scattare a suon di musica, ridere di chi lasciavamo indietro o dei nostri colpi di fortuna.
non avrei mai pensato di poter un giorno dare ragione a Gigi d'Alessio.
è proprio vero che chi lascia soffre.
undici anni.
ma è ora,  è finita.
a fine mese si cambia.
qualcuno vuole una Ka funzionante in regalo?

notte prima degli esami?
giovedì 21 giugno 2007 1.07
è domani il primo giorno d'estate, mi pare?
non c'era pure quella roba che i ragazzetti studiano come matti per non farsi sgamare il fankazzismo di un eternità di pioggia?
beh qui con le finestre aperte c'è un bordello di schitarrate e gorgheggi ululanti che forse erano meglio i gatti in amore. il vicino ha usato un pò meno grazia per invitarli a spasimare altrove per il caldo e le prossime vacanze, che la gente dorme chè s'alza presto che c’ha da lavorare.
rido sotto i baffi e intanto mi schiaffeggio di dosso le zanzare.
saranno tre mesi duri mi sa.

re(g)al refrigerio
giovedì 21 giugno 2007 1.15
Si suda eh?
Si suda a guidare con una mano e con l’altra a grattarsi la gamba che il tweed del sedile ti morde se hai la minigonna.
E si suda pure a portare a casa la spesa, che col caldo vien così voglia di birra e meloni nel frigo.
Si impreca sudando a spalare biancheria un pezzo alla volta dall’asse da stiro.
Si sorride invece a spiare le temperature massime di Londra per il prossimo weekend.
Che la pashmina è stata una scelta furba, da aggiungere in valigia, visto l’abitino smanicato,   assieme al cappellino. Un po’ meno forse i tacchi a spillo, per l’ippodromo.
Boh, quando torno da Ascot vi farò sapere, se sabato l'alcolismo diurno e il gioco d'azzardo sponsorizzato da un mio fornitore non mi fan dimenticare chi sono.
Voi cercate di non sudare troppo, mi raccomando… 

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