mercoledì 7 dicembre 2011

archivio

via
fatto.
l'ho fatto di nuovo.
un altro libro.
un ricordo scolastico ritrovato sugli scaffali, senza l'affanno di una scadenza verificatrice.
solo il piacere un pò vigliacco di riprendere qualcosa lasciato in sospeso.
sorpresa: li fanno ancora i Bignami!
poi, di fianco, un'altra vetrina.
un'altra sorpresa.
ma alla gentile bionda sconosciuta che m'ha sfogliato per 15 minuti il suo lavoro paziente e disperato di venditrice di sogni alla fine di un'altra giornata di se e di ma e di non so.
parto.
tra due settimane.

00.15
felice come una bimbetta che si è appena scelta la fodera a fiorellini rosa per la bara della sua vita sociale, digerisco con calma qualche post che  ho sempre dovuto ingoiare al volo, ripenso al delizioso pistacchio integrale e fondente al peperoncino che mi sono dedicata poco fa con le mie ragazze e butto lì il mio  primo post online da casa.

fuori programma
inusuale giornata quella appena conclusa.
ho scoperto che le signorine di fastweb son gentili ma non tanto d'aiuto, navigo serena ma la posta elettronica non ne vuol sapere di me.
però anche che qualche volta chi conosci per scritto alla fine ha un volto, se passa dalle tue parti e tu sei sfacciata abbastanza da chiedergli se è chi tu pensi che sia. eh, gh7?
ho scoperto pure, un pò invidiosa, che la mia città se ne frega se io sto a casa, lei si diverte lo stesso.
ma poi che se siamo insieme mi diverto pur io.
c'è voluto un gentiluomo bloggher forestiero all'aperitivo per farmi  scoprire un campetto da bocce nascosto (come buona parte dei tesori genovesi) un delizioso ristorante (che sperimenterò presto) e una giovane scrittice (mi tocca tornare in libreria mannaggia).
che tanto le zanzare e la focaccia le conoscevo già.
c'è voluto assai  poco da lì per trotterellare con le mie ragazze  fino ad un'altra piazzetta a consumare un'improvvisata cena in piedi e il solito litro abbondante di vino che mi crocifiggerà domani.
ma il suono di flauto, viola e violini che mi rimbomberà nella testa sarà solo il dolce ricordo del piccolo concerto en plein air  di stasera, un assaggio di primavera e di prossimo week end che mi ammonisce che non di solo scrivania e divano si vive, ma anche di tartine attentatrici e chiacchiere d'aria tiepida e di occhialuti rompiballe importuni.
ma  che in fondo va bene così.

infatti
terzo bicchiere d'acqua a canna e primo aulin.
altro che leggiadro concerto d'archi e flauto traverso in deliziosa piazzetta,  la taranta qui.
e una rana rosa coi capelli dal labiale autistico che a intervalli di 7 minuti gracida una sola parola di 5 lettere e una doppia z...
belle cose le ore tarde al giovedì.
e stasera chessifà?

lastminute
porca vacca, averlo saputo che il Limbo da ieri è sfitto, andavo in vacanza lì...

ufficio amici smarriti
venerdì mrs Hyde s'è trascinata in giro tutto il giorno con una corona di chiodi di nero d'avola ed ormoni piantata in testa dignitosamente in tinta col resto del mondo come i cappellini della regina madre all'heineken jamming festival, e voglia di uscire la sera come un ospite dell'obitorio di sloggiare dalle sue stanze.
ma tanto quel diavolo di femmina di miss Jekill ha il suo modo sottile di  riuscire  ad ottenere quello che vuole, con una mano sul fianco, lo sguardo di sfida allo specchio e il compromesso del jeans che ti fa un bel culo ed un trucco veloce quando hai gli occhi blu.
quattro passi nell'aria tiepida da casa fino al centro, due sguardi rubati da signora agli sconosciuti per strada, quattro splendide ragazze ad aspettarla per il caffè e un paio di nurofen han fatto il resto.
soliti giri, solite risate.
ma il nurofen con la birra non è proprio  la morte sua...
quando stai così così è confortevole annusare e far pipì negli stessi angolini, bazzicando i posti noti dove conosci sempre qualcuno, che una chiacchiera e un abbraccio scaldan più della marmitta di un califfone, e dell'alito sudaticcio di folle senza nome.
tanto si bevve che si finì per tirar tardi dunque, e tirar fuori lo spirito indomito e pure qualcos'altro che fa un fumo un pò diverso, e con la Tina  si finì in palude, con una fame finta e  una sbronza vera, a sparare belinate con la gente come noi.
in due è facile perdersi allo zoo. una guarda gli orsi e l'altra i leoni.
santo portatile prega per noi.
tra due sculettamenti e qualche altro bicchiere, il mio vizio di fumare e il suo di lavarsi le mani dopo con lo scrupolo di un chirurgo, ci siamo perse e ritrovate un bel pò di volte,  alla fine io in spalla a un vecchio amico dalla muscolatura mite di gentiluomo bambinone e lei a godersi con sincero disinteresse le attenzioni di  raro simpatico maschio coetaneo dotato di villa con piscina .
ci sono sere che mi sono congeniali, quando la concentrazione di stesse persone a me affini e conosciute si colloca in un unico ambiente permettendomi di saltellare da una conversazione sciocca con sbattimenti di ciglia per gioco ad una completamente demente priva di altri fini se non strappare un sorriso e una sigaretta, assolutamente svincolata da obblighi che non siano il mio umore e la mia sete.
mi sento come a casa mia, in mezzo a facce amiche, quelle sere.
mi perdo e mi ritrovo mille volte.
e ogni volta rido.
di me.

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