mercoledì 7 dicembre 2011

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la notte
04.50 per chi non credesse che miss jekill fa le ore piccoline.
fatico, ma respiro.
fatico comunque, per come sono, tanto vale che mi ricordi di respirare.
respirare il profumo di chi ha fatto parte (grande)  di una vita, e che ora vive, senza più il mio odore.
un'amica è chi ti conosce fino al cuore. il cuore si rimargina, ma non puoi impedirgli di ricordare.
e di sperare che chi hai amato stia sempre bene.
dai.
fammi vedere che puoi brillare.

festa della liberazione
cinque ore dopo aver sbattuto la fazza contro il materasso inseguita da bottiglie verdi che in sogno cercavano di limonarmi duro e io non volevo perchè cerco un amore romantico che mi sussurri di zucchero e cervelle fritte con la salvia mi è arrivato lo schiaffo sonoro della sveglia stamattina.
di quelle che pensi una sola cosa: perchè?
e tanto le risposte son sempre quelle: perchè sei una cogliona e hai fatto tardi ieri notte, anzi stamattina, vabbè poco fa.
e poi si fa strada nella nebbia l'Attenuante (che se scavo bene ne salta sempre fuori una adatta), pure lei ancora con gli occhi cisposi e  il sapore di un calzino sudato in bocca.
eccola, sentiamo.
sul serio, che c'avevo da far discorsi belli conna vecchia amica, che eraggiù, ch'era sbronza  (solo lei, eh) , anche se non mi ricordo mica cos'è che abbiamo detto, però mi ricordo che mi piaceva e allora va bene così.
eppoi mi avveleno col neskafè e una camellait (perchè?), mi dò un'occhiata allo specchio,  mi acceco col latte detergente, mi faccio ancora un sonnellino sotto la doccia (perchè?)  e poi cado nell'armadio e vualà!
son pronta: una figa!
unammmerda (perché?).
un bel paio di occhiali da sole, il guinzaglio, la carne e il vino (blurp) e s'esce.
perchè?
perchè è il 25 aprile e c'ho il barbechiù e i prati,  ecco perchè.
porca vacca: dove ho messo la macchina?
per chi volesse un buon motivo per prendersi un cane, ve la servo io: puoi girare tutto il quartiere cercando una ka grigia senza sembrare un ladro.
e non tiri mai bidoni alle grigliate in campagna.
e alla Ines, la Wanda, la Miriam e il Giobatta, la Jolanda e il Berto che si va dalla Robiondolina.
e ci si perde, perchè le altre si fidano di te, ma non sanno che ti sei bevuta 30 euri  di roba con la schiumetta fino a qualche ora prima.
e poi però si ride, si torna indietro e alla fine si arriva.
a quel punto c'hai fame, pilucchi, conosci un sacco di gente nuova e gentile, parli e ti viene pure sete e ricominci a brindare.
che bello che c'è sempre qualcuno di maschio che si diverte ad arrostirsi davanti al fuoco e a stappare bottiglie.
e che quando svieni sul prato non ci pensi alle formiche che ti potrebbero entrare in un orecchio e rosicchiarti il cervello rimasto, che tanto le orecchie son già piene dei racconti gossippanti delle tue femmine un pò sbiascichine svaccate di fianco a te.
bello pure che il tuo cane che si è rimpinzato come un porco di spiedini e complimenti per la sua classe si è pure prodigato in spettacolo di rara finezza raccandosi l'anima 3 minuti e 14 secondi dopo, depositando un tortino di 6 etti di fianco al lavandino.
i cani di razza c'han lo stomaco debole, mica come le padrone mezzosangue.
e d'altra parte è il 25 aprile pure per lui poveretto, si vede che si doveva liberare...




sciòppin
oggi pomeriggio mrs Hyde ha fancazzato.
nell'accezione femminile del termine.
nel senso che s'è presa un pomeriggio di libertà e se n'è andata all'outlet di serravalle con la Tina.
per chi pensasse che il succo della nullafacenza sia tutta qui, beh, allora non ha capito con chi ha a cheffare.
lo sciòppin è una cosa seria.
ci vuole metodo per affrontare quel fortino di vetrine adescatrici.
ci vuole la forza di volontà di un gesuita, il rigore di un ingegnere e la crudeltà di Erode per passare al setaccio tutti quegli usci e cavarne l'irrinunciabile accessorio senza il quale non ti sei mai resa conto che la tua vita non aveva un senso.
ci vuole l'autocontrollo di un cardiochirurgo per estrarre la carta di credito al momento giusto, e asportare dal conto corrente la libbra precisa che non lo ridurrà a una pozza di sangue rossovivo.
ci vuole una gran faccia da culo per fare la bionda che intima al ragazzo che ha pazientemente di fianco che anche se si offre di regalargliele lui le scarpe milionarie che sta provando, lei per il tuo trentesimo compleanno (30, eh, non 18)  non si accontenta mica, cosa crede. (l'avrei menata, lì il mio britishselfcontrol ha vacillato davvero, se non mi avessero trattenuto la Tina e la vista di una borsetta deliziosa, e poi il cartellino).
ovviamente mrs Hyde non è dotata di siffatti talenti, o forse non si è adeguatamente impegnata.
e in questo senso ha fancazzato.
portandosi a casa solo un paio di penne (piccoline, da appunti), un paio di tavolette di cioccolato (piccoline, da crisi di astinenza), un completino intimo (che a quel prezzo microscopico era un insulto al buonsenso lasciare lì) e un bel regalo di compleanno per la sua mamma.

garibaldi fufferito, fufferito ad una zampa..
rocco zoppica.
ora, poche cose mi frustrano come non saper parlare la lingua dei cani, sopratutto quando vedo che soffre e non riesco a capire perchè, o spiegargli che quello che gli spalmo o caccio in gola è per farlo star meglio.
e bada bene: sarei disposta a farmi un master in qualche canile, a zuppa di pane secco e morsicate alle chiappe se servisse a qualcosa.
giacchè il contrario sarebbe la mia fine, quel canetto sa troppo.
e se è chiacchierone metà degli irlandesi che conosco, preferirei un usurario calabrese come coinquilino.
così come stanno la cose, convivo con 30 kg di pelo rosso che mi guardano e comunicano egregiamente l i gusti in fatto di mio cibo, di  mie sveglie troppo moleste, di sue passeggiate umide e di miei ospiti, che tanto sa che sono di passaggio, ma almeno la mattina si riesce a dormire un pò di più.
quando ne ha combinata una delle sue lo sgamo regolarmente, dall'ultimo segmento della coda che mi dice "ma dài".
ma riuscire a capire cosa fa guaire quelle zampe puzzolenti di piede sudato, pelo e fanghetto ancora no.
sembra un taglio, ma non c'è sangue.
in più soffre il solletico, ho preso un paio di calcetti ben assestati, che poi perdiamo entrambi la pazienza e ognuno si infila nel suo angolo a brontolare.
ora mi è tornato accanto.
pace.
occhei, pace.
ma se becco il maleducato che lascia in giro cocci di bottiglia, lo azzanno.

redenzione?
hei, sto diventando una brava ragazza!
stasera cinque piccole e a casa alle tre ...
(e qualcosa)

eremitaggi patinati
la mia incipiente pigrizia solitaria mi espone pericolosamente all'abuso del mio più recente vizio.
la tiepidezza e la desertificazione dell'aria di pranzo, fanno il resto.
e così senza accorgermene son diventata sempre più schiava del patinato.
mi tira via dall'abbraccio croccante delle lenzuola, mi scaraventa per strada, in sonnecchiosa astinenza.
mi procuro la mia dose, con gli spiccioli contati in tasca.
mi abbandono col mio inserto del sabato, trascurando la ruvidezza bianconera del suo giornale,  e gli occhiolini del cellulare, alla prima panca del parco silenzioso.
a sentire i sussurri delle foglie, le carezze del sole sulle mie caviglie e i razzolare spensierato del mio cane poco distante.
mi risveglia il richiamo della nicotina ogni tanto, e mi ricorda quanto poco basti per rimettersi in pace col resto del mondo.
finchè il resto del mondo se ne sta coi piedi sotto il tavolo, invece che in mezzo ai miei.

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