mercoledì 14 dicembre 2011

archivio


è stato un attimo
martedì 9 ottobre 2007 0.27
stasera dovevo postare, che c'avevo un pensiero da buttar giù in righe.
eppoi  zappettando qua e là dopo tg e ferrara, son finita su canale cinque.
e addio blog.
che alle gravide tutto quel ferro fa bene di sicuro.
e col raffreddorone che mi trovo addosso in sti giorni c'ho pure la scusa per godermelo a bocca aperta.
scusate, mi è finita la reclame.



 il signor Q
mercoledì 10 ottobre 2007 0.14
C’era qualcosa di sfuggente in lui, una trasparente passione per la vita senza complicazioni, che strideva selvaggiamente con gli arzigogoli dei suoi registri, dei suoi classificatori, dei suoi appunti.
Tanto voleva esserci lasciato dentro quanto ne emergeva con animosa scontrosità quando qualcosa, qualcuno, noi, lo destavamo dalla sua letargica dedizione.
L’occhio grigio, un po’ acquoso, smarrito in ceste di reticoli di pelle e capillari, si illuminava alla richiesta di piccole polverose ricerche, per annebbiarsi all’improvviso imposto mutare di qualsivoglia suo piano.
Quarant’anni è rimasto con noi.
La sua vecchia scrivania rugosa, i dorsi infeltriti, le orecchie spiegazzate dei suoi libri, l’alito letale della sua cornetta telefonica.
Eppure ci ha a turno insegnato molto, cacciandoci dentro uffici da dietro a porte inespugnabili, abbandonandoci lì a imparare come non si annaspa, instillandoci il sospetto che ci fosse la tal circolare in merito, e la certezza che il funzionario è una razza di cui diffidare, lasciandoci portare avanti le nostre esplorazioni doganali, per poi accoglierci trionfanti col suo “ah, lo sapevo!”
Venerdì ha salutato i suoi colleghi, informandoli delle incombenze che non avrebbe ahimè assolutamente potuto sbrigare fino al lunedì seguente.
Invece il lunedì ha chiamato sua moglie, per avvisare che lui non c’era più.
L’han trovato freddo, l’infarto ce l’aveva fatta a sorprenderlo e finalmente scombussolargli i piani, lungo la stradina  dei suoi apassionati sabati pomeriggi filatelici.
La sua solita stradina, per il suo giorno più prepotente.
E a stupire noi di rammaricato cordoglio.

alba allo zoo
mercoledì 17 ottobre 2007 0.01
Aleggiava una bruma celestina al varco, prima di entrare nel fitto delle seggiole in fila.
La luce di traverso del mattino cedeva al candore sfuggente di reticoli al neon.
Un macaco ingrigito in prima fila raccontava di se e delle sue magagne a tre bertucce che annuivano a tempo.
Poco distante un altro maschio attaccò di sorpresa sbuffando che belandi non si riusciva a leggere il giornale in santa pace.
Reazione irritata del primo, sfociato in rumorose aggressioni in dialetto locale.
Una cocorita ventenne spalanca gli occhi in allarme, divincolandosi in imbarazzo per l’infelice posizione tra i due fuochi.
Due gnu gravide più in disparte, sollevando mansuete il naso dalle pagine di un libro e una rivista del punto croce, si guardano, smorfiano perplesse e tornano ai loro placidi affari e gomme da masticare.
Tre cinghialetti maleodoranti fanno il loro ingresso in fila trotterellina parlando di posteggi, sprofondando verso il fondo della sala.
Interviene quella iena della capo infermiera a chiamare il primo della lista, ripristinando la calma.
Il macaco in tuta di ciniglia bordeaux squadra per l’ultima volta l’oppositore in simil mise grigia, mocassino e tubolare di spugna, sventolando il biglietto numero 01, ancora robbando da matti si infratta dalle due bionde pipistrelle succhiatrici nella gabbia di fianco.
Una ventina di minuti più tardi me ne torno in libertà, il sole tiepido più alto, il caccolone di cotone appiccicato al braccio, che anche per questo mese hanno preso il mio sangue.

curiosity killed the cat
giovedì 18 ottobre 2007 13.03
risultati di analisi di colori, glucosi  e proteine  alla mano, occhio sudato e fritto sullo schermo del pc.
dannata la frettolosa curiosità.
ma per forza che i miei valori son strani.
che son finita su un sito di veterinaria, e io mica ce l'ho la leshmaniosi...

R.S.V.P.
domenica 28 ottobre 2007 21.28
un rigo di plauso e grato pensiero al Giobatta, marito redento da un passato di similClaudiano bell’incorniciato alla mercè del pubblico ludibrio, che sabato scorso ci ha stipati e nutriti una dozzina abbondanti al buio di casa sua per far festa a sorpresa alla dolce Miriam!
Auguri alla coppia intera, e al loro nuovo arrivato: un batuffolo color carota troppo terrorizzato pure per miagolare da sotto al suo nascondiglio! Le stigmate testimoni del suo vivace carattere impresse su chi è riuscito ad avvicinarglisi mi han tenuto ben lontano, ma nondimeno piena di oooooh inteneriti ogni santa volta che ci siamo trovati soli a studiarci dai rispettivi angoli di sicurezza in bagno. (ma quanta pipì fanno le gravide?)
Colgo inoltre l’occasione per manifestare profonda ammirazione per la festeggiata costretta dall’amore a competere con la magnificenza delle doti culinarie di sua suocera, santa produttrice di siffatto banchetto, tra l’altro da infame acquisterei in denaro sonante la ricetta del flan di asparagi che ho ingoiato in innumerevoli dosi,  pena il rimorso vi tormenti che mi nasca una creatura con una roba verde sulla fronte..
Propongo una petizione per chiudere definitivamente il macellaio travestito da tosacani che ha violentato il piccolo Peter, fido quadrupede della Wanda, che oltre a spazzolare i nostri piatti, ci ha tenuto tutti in movimento con le sue letali puzzette  sfollagente.
Promuovo a pieni voti il nuovo taglio sbarazzino e colore di capelli della Tina e il buon gusto della Franca che ha scelto ed acquistato a nome di tutte il scintillante presente che ci rende fieri del sorriso della omaggiata, oltre alla sua paziente dolcezza nel mandarmi a cagare perché non avevo i soldi giusti, ricordameli cara alla prima occasione!
Infine ringrazio tutti di avermi lasciato l’ultima fetta di torta, la terza, e meno male che il cioccolato bianco non è che proprio mi faccia impazzire!

parbleu!
domenica 28 ottobre 2007 21.35
Domenica mentre le famigliole perbene andavano a caccia di cabaret di lascivi pasticcini, scollandosi ancora l’ostia santa dal palato, una palletta vestita da donna con trolley e una pallina di pelo rossi si salutavano per un lacerante distacco di ben quattro giorni.
Scaraventato il cagnetto con mille raccomandazioni a casa dei nonni (per me quella creatura resterà sempre il mio primogenito, e dallo stomaco ingordo e ahimè delicatissimo) e raccolto al volo lo zio scavezzacollo in occhiali da sole, reduce dalle scorribande notturne la cui testimonianza stava ancora sbaciucchiando intanto che metteva il bagaglio e un piede sulla mia auto, si partiva alla volta della cotdàzur.
Una volta all’anno il mestiere di pirata bottegaio specializzato in superalcolici ci da l’occasione di dimenticare la polvere di cartacce e cartoni, e gli ingrati insulti dei camionisti sprovvisti di navigatore satellitare per passare qualche giorno a raccogliere le coccole dei fornitori e le strette di mano dei tanti addetti del settore che da tutta europa e mezzo mondo si riuniscono per farsi belli e gozzovigliare sotto il sole di Cannes.
Profumieri, tabaccai, cioccolatieri e liquoristi si rincorrono, incrociano, pavoneggiano e si studiano per scale e padiglioni del palais du festival della croisette, una vetrina scintillante che in fondo è un po’ un’anteprima del bilancio di fine anno e un assaggio di quello venturo.
Questa edizione, per me la prima completamente analcolica in quindici anni di onorata professione, ha difatto significato che m’è toccato lavorare più di quelle precedenti.
Nel senso che con la lucidità dell’obbligo causa mia gravidanza a declinare testings molto us oriented di vodka al mango (profumatissima anteprima per Absolut) o al frutto della passione (pinkissima new entry del gruppo Campari) m’è toccato pensare e ascoltare di più, gozzovigliare e ridere meno.
Niente insalate dalla dubbia igiene, niente vassoi di cruditèes e muscatel, o succulente tartares e bordeaux, solo tanti bei filetti e dorades grillèes e perrier, ma compensati da trionfali gateaux.
Così però i numeri questo giro sono rimasti al loro posto, senza accavallarsi ai mazzi di biglietti da visita, gli appuntamenti sono stati rispettati e i sottili giochi di ammiccamenti sono stati registrati.
Diavolo!  proprio quando, tra qualche mese, dovrò necessariamente prendere le distanze da questo mondo: qualche occhio di donna ha notato, qualche già nonno pure, e così c’è stata un’allegra epidemia di  brindisi in più (per madame qui a succo d’arancia) in molti nostri meeting.
Merci, merci mes chers amis, ma non sperate di liberarvi di me, che questa roba in arrivo costa, e quindi ci vogliono un sacco di sconti in più…

l'ospite d'autunno
domenica 28 ottobre 2007 21.40
sull’uscio di casa al rientro, ho trovato una sagoma sottile e un sorriso paziente, di chi era arrivato ben prima di noi.
il giovanotto si era perso di strada ma non d’animo, e complice un ingorgo micidiale in autostrada che mi ha fatto friggere gli ultimi sei chilometri sul sedile spinoso della golf, aveva recuperato e poteva ora recitare con cadenza piemontese tutti i 18 cognomi del mio condominio.
una pizzetta tiepida e gommosa ordinata al volo, e i racconti delle settimane che ci avevano separato hanno addolcito di gran lunga la stanchezza e la mancanza del quadrupede ancora in colonia dai nonni, la mia borsa puzzolente di viaggio è rimasta intoccata, fino al giorno dopo, che le mie mani avevano altri vestiti da spiegazzare.
bello addormentarsi abbracciati, un po’ meno scoprire al mattino successivo che russi come una segheria svedese

il ripieno
domenica 28 ottobre 2007 21.42
Tra le varie scadenze di lavoro e di cuore, in calendario ci stanno pure quelle un po’ prepotenti di salute. Viziata dall’abitudine di sentire odore di medico una volta l’anno per il certificato della palestra faccio un po’ fatica con gli incastri di appuntamenti e burocrazia sanitaria.
Ultimamente poi mi sembra di non fare altro!
Boh.  Allora, sangue e urine sembrano a posto (non c’ho manco la leshmaniosi..), il mio fegato indomito reagisce con straordinaria vitalità all’assenza di alcol nella mia vita, l‘amniocentesi è ok, l’è un maschietto il criceto qui dentro, e l’ecografia morfologica conferma che ha tutto quello che serve dove deve essere, lì nei suoi 20 cm di roba.
L’unico mio dubbio è come mai se lui sta davanti a me finora m’è cresciuto solo il didietro?

home sweet home
domenica 28 ottobre 2007 22.12
E finalmente arrivò l’ora legale, e per il mio ospite il momento di mettersi in viaggio.
Per quattro giorni e quattro notti ho diviso i miei 90 mq con un’altra persona.
E ho guardato in faccia la mia incapacità di adattarmi all’invasione.
Sono irrimediabilmente una bestia solitaria, incallita nella pignoleria del mio confortevole trantran.
L’acqua che scorre inutile, la finestra aperta che frusta la caldaia, il gelo notturno della porcellana sotto la tavoletta alzata, gli schizzi di squisito sugo a sorpresa intorno ai fornelli e le caccole di dentifricio nel lavandino.
Non imputo più di selvaggeria chi mi transita accanto: ormai dovrei arrendermi ad un’epidemia dilagante, giacchè sono stati tutti così (ne salvo uno solo, ma era pure senza cuore).
Rivolgo a me stessa l’accusa di pervicace spaccaballe.
Con ancora molti spigoli da smussare, nonostante il mio canetto abbia già fatto molto lavoro, perché non è possibile vivere una casa come fosse una propaggine del tuo io, e sentirlo offeso dalla noncuranza del normale utilizzo altrui, in buonafede, senza dubitare di te stessa, della tua salute mentale.
Eppure la beata quiete di questa ritrovata solitudine casalinga mi preoccupa, con una punta di nostalgia, certo, ma pure con un insospettabile sospiro di sollievo che mi sfugge incontrollato.
E tremo un po’ al pensiero di quando di maschi per casa ce ne saranno ben due, a primavera.
E mi affeziono già alla mia prossima inevitabile tappa nella vita: trovare una signora per i lavori domestici.


malattie ereditarie?
lunedì 5 novembre 2007 15.42
alla fine son scivolata, e m'è scappata di mano quella carta di credito..
e vualà: fierissima col mio primissimo acquisto per il mr Jekill Jr!
un microscopico  paio di fighissime puma gialle e azzurre!


variabili
venerdì 2 novembre 2007 10.06
pioveva ieri a roma dalle parti di una stazione
pioveva sulle lamiere e i cartoni, e quei pezzi di vita strangolata da fradici lenzuoli
pioveva sui volti di fango, scioglieva lo sgomento di un altro viaggio disperato
pioveva anche sull'impeccabile bavero bianco di un uomo elegante che reclamava la rivincita tardiva, e nel cuore di un marito ormai solo che non si da pace per essere arrivato tardi
a genova splendeva un sole sfacciato, dalle alture una brezza di mare birichina giocava col mio futuro nel blu dell'orrizzonte e nelle piccole confortevoli certezze di pelo rosso e profumo di pranzo della festa al nostro ritorno
una preghiera grata sale allo stesso cielo, tra una nuvola triste e una promessa di non dimenticare.

armadi e biciclette
lunedì 5 novembre 2007 10.37
trascorso il we a pensare di mettere ordine.
o perlomeno a progettare un accettabile compromesso per lasciare che l'ordine domestico - che mi fa noia in fondo - non abbia mai il sopravvento a casa mia, ma pure che la sua resa sia  dignitosa.
sto cercando un armadio.
di quelli veri, da persone perbene, che dal 99 non ho sentito il bisogno di possedere, avendo a disposizione una stanza in più.
ho battuto a tappeto periferie ed entroterra domenicali frequentati solo dai popoli dei mobilifici.
coppiette candite e tese, suoceri prepotenti o compromessi,  attempati coniugi euroscioccati, figlioli imbronciati, canetti rassegnati, architetti pazienti e disillusi.
piccola e varia umanità,  disposta ad accogliere e rendere familiare con lenzuola, tende di pizzo e cornici d'argento quattro esosi pezzi di legno, colla e gommapiuma.
sono trascorsi dodici anni da quando ho acquistato il mio primo e  unico armadio, abbandonandolo poi di corsa in una camera dalle pareti azzurro cielo troppo stretto, assieme ad un anello sul comodino.
certe cose, noto con soddisazione non si dimenticano mai.
la fondamentale differenza tra truciolare e tamburato, per esempio.

normodotata
mercoledì 7 novembre 2007 20.58
Lunedì svolta epocale sul monte domestico, con un mazzo di chiavi che scivola di mano.
Un sorriso nervoso maschera la mia apprensione, un sorriso timido quella di una mia quasi coetanea ricciolina, dalla cantilena piena di s.
Ha cinque figli, sparsi per i continenti, e sarà presto nonna, preferisce acqua e alcool per i pavimenti e gli spiccioli per il biglietto dell’autobus.
La mia nuova signora si chiama Norma, e per una volta la settimana farà la guerra a polvere e peli rossi al posto mio che faccio un po’ fatica a domare tutto ultimamente.
E speriamo che sia più cattiva di me anche coi vetri e con le grinze della biancheria, che da una prima occhiata mi sa che coi biscotti siamo deboli uguale…

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